Merlo, “Dico da Sindaco a Decaro (Anci) che nell’emergenza sanitaria non dobbiamo Sterilizzare i comuni per essere responsabili”.

La centralità dei Comuni non è un vezzo degli amministratori locali ma un postulato essenziale

Pubblichiamo la nota di Giorgio Merlo, abituale presenza sul nostro giornale, il quale interviene in qualità di Sindaco di Pragelato, comune alpino in provincia di Torino. È interessante questa sua puntualizzazione perché unisce senso dello Stato e orgoglio autonomista. Le nuove misure del governo, molto più severe di quelle assunte in precedenza, chiariscono come l’ordinamento giuridico preveda la piena sovranità dello Stato in caso di emergenza. Da qui non deriva alcuna deminutio delle autorità locali, bensì la loro configurazione, anche nel contesto emergenziale, quali cellule basilari dell’organismo repubblicano. In effetti, se Decaro ha preso una posizione corretta a tutela del contributo serio e costruttivo dei Sindaci, ha finito però per declinare in modo incongruo il verbo della loro originale responsabilità.

Giorgio Merlo

La centralità dei Comuni non è un vezzo degli amministratori locali ma un postulato essenziale e costitutivo dell’ordinamento democratico del nostro paese. Un elemento che anche di fronte alle emergenze, come quella che stiamo vivendo, non può mai essere messo in discussione. 

Ecco perché Antonio Decaro ha fatto bene, il 25 febbraio scorso, a condividere a nome dei Sindaci italiani la soluzione che mette in capo alla “cabina di regia” del governo la responsabilità delle misure anti contagio, per circoscrivere in questa fase di acuta esplosione del virus i rischi per la salute degli italiani. 

Sottoscrivo, come Sindaco e membro del Consiglio nazionale Anci, questo atto responsabile che rientra, del resto, nella cornice  della leale collaborazione istituzionale, essendo i Comuni il primo fondamento della Repubblica, non un livello contrapposto all’autorità dello Stato.

Vorrei dire a Decaro che però non parlerei di “sterilizzazione delle autonomie locali” (v. comunicato sul sito Anci http://www.anci.it/decaro-sterilizziamo-il-federalismo-regionale-e-le-autonomie-locali/). Egli converrà che l’espressione suona perlomeno ambigua, quasi fossimo in uno “stato di eccezione”. Al contrario, con queste prese di posizione, operiamo con limpidezza e coerenza nel rispetto dell’ordinamento vigente, alla luce della legislazione consolidata.

Infatti, a beneficio dei “cultori della materia”, come diventano tutti coloro che portano sulle loro spalle il peso delle responsabilità amministrative, c’è da osservare che gli articoli 32 della legge 833/78 e 50 del TUEL disciplinano appunto i rapporti tra Stato, Regioni e Comuni, riservando evidentemente allo Stato il potere di coordinamento e indirizzo, rispetto al quale cede per ragioni d’interesse nazionale l’azione delle autorità regionali e locali.

Nel merito, insomma, gli articoli di legge sopra citati sono la fonte di legittimazione della “stretta amministrativa” prodotta in questi giorni. Il legislatore ha inteso armonizzare, nello spirito e nella lettera della Costituzione, il quadro dei poteri di ordinanza per garantire il cittadino dal rischio di inammissibili  contrasti tra i diversi livelli istituzionali, specie nel caso di emergenze nazionali.

Pertanto non ci auto sterilizziamo, ma pienamente consapevoli dei problemi delle nostre comunità intendiamo contribuire, come sempre, al bene del Paese.