Secondo le informazioni raccolte da Medici per i Diritti Umani, nel periodo che va dal 2014 al 2020, l’85% dei migranti e rifugiati giunti dalla Libia ha subito in quel paese torture, violenze e trattamenti inumani e degradanti; i due terzi sono stati detenuti, quasi la metà ha subito un sequestro o si è trovata vicino alla morte. Nove persone su dieci hanno dichiarato di aver visto qualcuno morire, essere ucciso o torturato. Un numero elevato di testimoni ha dichiarato di essere stato costretto ai lavori forzati o a condizioni di schiavitù per mesi o anni.

Tali dati, riferiti al campione di oltre tremila persone assistite da MEDU, rappresentino un
quadro fedele di ciò che accaduto, ed accade, alla gran parte di migranti e rifugiati che sono transitati in questi anni in Libia, o che vi si trovano in questo momento.

Oggi in Libia sono operativi 11 centri di detenzione per migranti formalmente controllati dalle autorità del Governo di accordo nazionale (Gna) mentre nel corso degli ultimi anni sono stati censiti 63 centri di detenzione su tutto il territorio libico.

Non esistono stime attendibili su quante persone siano attualmente rinchiuse in questi luoghi di sequestro anche se il loro numero è presumibilmente assai maggiore di quello dei detenuti nei centri ufficiali”, rileva Medu. “L’attendibilita delle informazioni fornite dai testimoni  è stata verificata in base ai riscontri oggettivi disponibili come ad esempio l’effettiva esistenza dei centri di detenzione nei luoghi e nei tempi riferiti, l’esistenza di testimonianze, informazioni, rapporti di soggetti terzi a conferma/disconferma di quanto affermato”.

Nel complesso le storie raccolte presentano “una straordinaria concordanza nel descrivere luoghi, perpetratori e tipologie di violenze che si sono consumate all’interno e fuori dai centri di detenzione”.

Si tratta, secondo Medu, di “un formidabile atto di accusa sulla tragedia che si sta consumando in questi anni sulle rotte migratorie che attraverso la Libia portano in Europa”. Nel rapporto vi sono anche 50 testimonianze che illustrano l’effettivo quadro di violazioni dei diritti umani in Libia.

L’eta media dei migranti e rifugiati (88% di sesso maschile e 12% di sesso femminile) assistiti e intervistati da Medu è di 26 anni. Tra di loro sono presenti oltre 300 minori (13%), incontrati negli insediamenti informali di Roma e presso il sito umanitario di Agadez.

Nove migranti su dieci hanno dichiarato di aver visto qualcuno morire, essere ucciso o torturato. Alcuni sopravvissuti sono stati costretti a torturare altri migranti per evitare di essere uccisi. Numerosissime le testimonianze di migranti costretti ai lavori forzati o a condizioni di schiavitù per mesi o anni.

L’80% dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati assistiti all’interno dei progetti di riabilitazione medico-psicologica per le vittime di tortura di Medu in Sicilia e a Roma (circa 800 pazienti) presentava ancora segni fisici compatibili con le violenze riferite e conseguenze psicologiche e psico-patologiche della violenza.