I movimenti sorgono per uno slancio quasi religioso. Vogliono una purificazione del mondo. Insorgono contro il cosiddetto “malaffare”. Riempiono le piazze. Trovano proseliti a non finire. Gonfiano di speranze i loro intenti e poi, lasciano al tempo il compito di togliergli certi grilli dalla testa.

Quando poi, dovessero incrociare il potere, sono presto destinati a mutare pelle. È un processo irresistibile. Non c’è nulla che tenga, il fenomeno è matematico.

Gli stati generali promossi dal M5Stelle, sono li, con le loro diverse voci, a dimostrare il cambio di natura. Dibattono se trasformarsi in partito o restare movimento; discutono se rompere gli indugi e permettere un terzo mandato; si crogiolano dentro le diatribe personali; guardano con massimo interesse alla loro presenza nel Governo nazionale.

Un fiume con diverse correnti, un classico! Io, non mi meraviglio per nulla. Ho un’età e un’esperienza che mi fa capire quali siano le evoluzioni dei comportamenti politici. Non è che in questi ultimi due giorni hanno manifestato la trasformazione; da tempo, infatti, questi sintomi si potevano leggere nei comportamenti dei grillini. La fatica del governare ha ampliato a loro gli orizzonti dello stare al mondo. E oggi, questo processo è tutto in divenire.

Sarà difficile chiosare questa storia. Prevedo grandi difficoltà. Primo, perché alle loro spalle non sembra esserci una teoria politica che Dio comandi; secondo, perché i leader sono piuttosto freschi di stampa e sembrano virgulti ancora in crescita; terzo, perché il loro leader – quello vero – ormai se l’è squagliata.

Con questi presupposti risulterà difficile passare dalla crisalide alla farfalla.

A dir il vero, ai miei occhi sembra ancora un bruco.