Fra tanti commenti che traggono conclusioni anche affrettate dai risultati del referendum e delle elezioni regionali, quello di Paolo Pombeni, pubblicato oggi su “Mentepolitica”, restituisce un’immagine più complessa e dunque più articolata del dopo voto. Tra l’altro, nelle conclusioni che qui riportiamo, Pombeni mette in risalto la dinamica sottesa al trionfo di Presidenti di Regione, ancor più destinati a rappresentare, sull’onda della gestione dell’emergenza sanitaria, una posizione fortemente dialettica rispetto al potere centrale. Ecco lo stralcio e l’indicazione, in basso, per accedere al testo integrale.  

Soprattutto c’è una novità di cui sarà bene tenere molto conto: la crescita notevole del peso dei governi regionali. Chi sono i veri vincitori di queste elezioni? Quattro “governatori”, due di destra,  Zaia e Toti, due di sinistra, De Luca e Emiliano, che sono stati confermati, in qualche caso trionfalmente. Anche in Toscana, in realtà ha vinto il rappresentante della “continuità di governo” (fanno eccezione solo le Marche). Sono la testimonianza di quel che si stava già vedendo durante l’emergenza Covid: le regioni sono centri di potere in grado di porsi in dialettica col governo centrale, ed i governatori su questo riescono a far fronte comune anche al di là di diverse appartenenze partitiche.

Con una partita complicata, ma molto attraente come la gestione dei molti miliardi europei in arrivo, il confronto fra regioni e governo diventerà un tema centrale e qui per esempio M5S è una presenza marginale.

Insomma se di parlare di una “spallata” non è palesemente il caso, anche buttarsi a magnificare la resistenza e la tranquilla futura navigazione del governo Conte rischia di essere un azzardo. I sistemi politici raramente cambiamo per terremoti rivoluzionari, più spesso si modificano passo dopo passo attraverso prove successive. Crediamo sia il caso del nostro sistema e dunque prestiamo molta attenzione a quanto accadrà nei prossimi mesi.

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