No vax, pro vax, e il grafene perduto.

Una interpretazione originale e “scandalosa” del fenomeno connesso alla gestione della pandemia. Le persone mentalmente passionali captano – dice l’autore – soltanto alcune parole, rafforzando la loro percezione della realtà, come antichi chierici irregolari. In sostanza, essi viaggiano per le vie del web, cercando un uditorio che accetti una piccola o grande verità che possano rivendere.

 

Danilo Campanella

 

Una breve analisi fenomenologica della società contemporanea ci rivela alcune categorie che ci sembrano nuove, anche alla luce della recente pandemia di Coronavirus: i no-vax e i pro-vax. Ma saranno veramente una novità?

 

Il “no” ai vaccini è solo la causa di un fenomeno antico come l’umanità, composto da persone tendenti a diffidare di tutto ciò che provenga dal potere reggente, e da coloro che, invece, tendono ad abbracciare in toto ogni soluzione di quello che, a priori, considerano come potere legittimo santificante e santificatore. Senza andare troppo in là nel tempo, nel Medioevo i catechisti che non venivano eletti a chierici lasciavano la “Chiesa ufficiale” per diventare chierici irregolari o, come si usava dire allora, degli “eretici”. Erano quei predicatori laici o quei frati che, non venendo ammessi al sacerdozio, oppure alla facoltà di teologia, per varie ragioni, si “vendicavano” trovandosi da soli un uditorio tra i pezzenti, gli emarginati, gli ignoranti, i servi della gleba. Il potere legittimo riusciva a convincere della falsità del messaggio profuso da questi “ribelli” quando essi non erano scolarizzati; avevano però qualche problema quando questi erano dei “fuoriusciti”, magari con qualche titolo altisonante. Oggigiorno, allo stesso modo, è difficile convincere persone a digiuno di cultura che medici, psicologi, giuristi e premi Nobel possano essere in malafede. Un titolo è sempre uno scudo, una garanzia di affidabilità. Se, su trenta premi Nobel, ventisette sono contrari alla “mia” idea, io darò comunque ragione a quei tre che asseriscono quello che io vorrei sentirmi dire. E sono comunque dei premi Nobel. Se, nel Medioevo, il popolino aveva difficoltà nel diffidare di un teologo, di un frate, di un catechista, sebbene “ex”, oggi accade la stessa cosa con gli odierni professionisti.

 

La domanda sorge spontanea: se una persona non acculturata può “osare” inventarsi una narrazione per catturare l’attenzione dei suoi simili, cosa spinge un professionista accreditato a mettere esperienza e titoli da parte per fare l’arruffapopoli? Le risposte sono molteplici ma prima di elencarle occorre fare una premessa. La maggioranza delle persone a questo mondo non vive di promesse ma di certezze. Ergo, anelano a “guru” che possano rassicurarli e vendere loro una qualche verità. Esistono “guru” di Stato e “guru” di piazza, dei chierici irregolari che, desiderando il potere ma non potendo accedervi naturalmente, cercano la spinta della “base popolare”, sperando un giorno di passare dall’opposizione al governo e diventare loro stessi “maggioranza”. Questa maggioranza è formata, da un lato, da persone tendenti a essere come tutti gli altri, a mettere da parte la propria individualità per essere “normali”, laddove ciò che è normale lo decide il potere (la Chiesa, il partito, lo Stato, etc.) per dare sempre ragione al più forte (i normopatici, cfr., Bollas). Dall’altro lato, vediamo persone che diffidano di tutto, di tutti, sempre, come fossero eterni perseguitati. Essi sono i paranoici, (i maniaci, cfr., Kraeplin ) affetti, a vario titolo e in gradi diversi, a seconda della classificazione nel DSM, di manie di persecuzione, che sfociano in comportamenti diversissimi, di solito accomunati da una tendenza alla polemica, da sempiterna allerta, tendenti al biasimo. In entrambi i casi, sia i normopatici, la cui parola d’ordine è “ubbidienza”, sia i paranoici, la cui parola d’ordine è “ribellione”, sono personalità prettamente passionali, con un grado di cultura diverso, a seconda dei casi; ma con la comune difficoltà di rapportarsi col mondo che li circonda.

 

I paranoici manipolatori (paranoici leaders) inoltre sono persone che sanno usare le parole e il fascino per mentire e farsi credere dalle loro vittime. Studiano le vulnerabilità e rispondono ai bisogni degli altri paranoici-passivi, componenti della folla, creando un nemico e puntandogli il dito. Quando riescono ad avere successo, subentra un narcisismo latente che li fa passare, dall’essere persone misurate (qualità che gli permise un certo grado di carriera) a persone tendenti alle più astruse, fantasiose e inverosimili prodezze (come tentare di curare una malattia neurodegenerativa con dei concentrati alla frutta), vantando il loro curriculum di tutto rispetto che ne giustificherebbe le scelte, anche le più inverosimili. Quando non hanno successo, invece, tendono a mettere da parte i titoli acquisiti, per accreditarsi a un grande uditorio: immaginiamo medici radiati dall’albo, avvocati senza clienti e psicologi senza pazienti, alla ricerca di un bacino di utenza che, nonostante i loro titoli, non sono riusciti ad ottenere. Hanno una retorica al di sopra delle regole, sprezzanti, ribelli, alla ricerca di fama, controllo, potere, denaro e, talvolta, di sesso.

 

Non avendo nulla da perdere, quindi, divengono i guru delle piazze, guide illuminate dei loro colleghi di paranoia che, però, non avendo lo stesso carisma, cercano soltanto un punto di riferimento non-ufficiale, qualcuno che dia loro ragione, che ponga le certezze a quei “sospetti” che vorrebbero tramutarsi in realtà. Sia i normopatici sia i paranoici non vogliono capire (non ne hanno gli strumenti o l’equilibrio mentale), vogliono credere. Chi cerca trova e c’è sempre qualche dato che, abilmente manipolato, può fare al caso di chi vuol credere, appunto, che la Terra sia piatta. Luigi Pareyson nel suo saggio dal titolo “Verità e interpretazione” descrisse lo sfasamento fra il discorso esplicito e l’espressione profonda, della parola che dice una cosa, ma ne significa un’altra. E’ il caso odierno della fake news secondo cui nei vaccini si trovino, al pari dei cibi, metalli pesanti: piombo, alluminio, etc. Non riuscendo a trovare prove sperimentali di queste menzogne, alcuni quotidiani scandalistici, non avendo nulla da far “trollare” cercano in tutti i modi di correre ai ripari.

 

Quando apparve un articolo di una ricerca scientifica che ipotizzava l’utilizzo del grafene nella lotta contro i virus (in quanto questo metallo possiede delle qualità antisettiche) per costruire maschere, oggetti antisettici o altro, un giornale spagnolo ebbe l’idea per una notizia sensazionale: il grafene nei vaccini. Trovò un professore che potesse scrivere un articolo in merito e commissionò (pagandolo?) l’analisi di un campione di vaccino e di un campione di grafene: due fiale al microscopio e l’analisi dei dati sperimentali. Il docente, convinto, ma non troppo, paragonò i campioni di liquido ma non volle del tutto sbilanciarsi. Nel vaccino ci sono anche lipidi: assomigliano a particelle di grafene. Nonostante le analisi chimiche di precisione non lascino dubbi sull’attendibilità dei risultati, nel suo stesso documento scrisse che nel campione (di vaccino) sono presenti elementi riconducibili per forma e dimensioni all’ossido di grafene, ma non possono esserci certezze in merito. I lipidi spacciati per grafene.

 

Nel giugno 2021 le analisi del professore di chimica dell’Università di Almeria, in Spagna, si diffusero in rete. Non scrisse nulla di scientifico, eppure, la parola “grafene” in un documento firmato dal docente di una università fece il giro del mondo e ognuno ci lesse quello che voleva leggerci dentro. L’università naturalmente specificò che il professore di chimica aveva agito per suo conto, senza spiegare l’origine dei campioni (dove abbia preso una provetta di vaccino anti Covid-19) tutt’ora irreperibili. Tuttavia il danno era fatto. Come spiega Pareyson ci troviamo davanti a un fenomeno di “sfasamento fra il discorso esplicito e l’espressione profonda: la parola dice una cosa, ma ne significa un’altra” (Cfr., Pareyson), ed ha come conseguenza “l’identificazione del pensiero con la situazione (…) l’intervallo che s’apre fra il discorso esplicito e l’espressione profonda è quello del mascheramento, cioè di quell’inconscia ingenuità o malafede per cui il pensiero assolutizza una situazione storica, dandosi l’aria di raggiungere una universalità speculativa (…)”. Quindi: se un professore universitario di chimica ha scritto “sembra grafene, ma non possiamo esserne sicuri”, grafene ha da essere.

 

E il grafene è un metallo. Metallo uguale calamita. Seguirono notizie, racconti, foto di mitomani che si incollarono monete, cucchiai e pentole addosso. Ecce Graphene! Prima del 1854 pochissime persone, in un periodo di tempo molto lungo, dissero di aver visto la Madonna; ma dopo il dogma papale che diffuse in tutto il mondo il carisma mediatico mariano, fioccarono le apparizioni. Tutti la vedevano. Le persone mentalmente passionali captano soltanto alcune parole, rafforzando la loro percezione della realtà, corroborata dai ragionamenti vacui mossi in maniera passionale da piccoli e grandi guru che, come antichi chierici irregolari, viaggiano per le vie del web, cercando un uditorio che accetti una piccola o grande verità che possano rivendere. Mentre i normopatici odierni credono che il vaccino curerà tutti i loro mali, garantendo l’immunità dal virus (che è come credere che soldi garantiscano la felicità) e vedendo come satanassi gli “scettici”; gli oppositori del vaccino sono anche, spesso, oppositori dell’esistenza, alla ricerca di chi sembra loro che dica la cosa giusta.

 

Poi ci sono gli altri. Quelli che riconoscono sia l’utilità del vaccino, sia la sua pericolosità. Ha effetti indesiderati, anche gravi, per talune persone, ma che protegge da un virus potenzialmente letale, pur non garantendo nulla e obbligandoli a condurre le stesse abitudini dei non vaccinati. Insomma, alcuni muoiono per il virus, e nessuno potrà mai prevedere se toccherà a loro; altri hanno rari danni a causa delle controindicazioni infiammatorie del vaccino, e nessuno potrà mai prevedere se toccherà a loro. Chi ha le spalle tanto grandi dal sopportare l’insostenibile pesantezza dell’essere-nel mondo? Pochi, molto pochi. Per tutti gli altri ci sarà sempre una Chiesa reggente o nascente, pronta a vendere loro una verità, una rassicurazione, una soluzione: un paradiso.