La visione di Riccardo Riccardi, un po’ riporta a realtà di stampo medioevale. Perché, vorrebbe ristabilire un ordine gerarchico che è stato ampiamente superato da almeno due secoli e mezzo di storia.

L’espressione di ciascun cittadino in un regime di libertà e in uno Stato democratico, non solo è tutelato, ma è persino promosso.

Nessuno impedisce al politico di parlare, ci mancherebbe! Ma altrettanto, val la pena ricordare, non c’è alcun impedimento ad altre figure sociali di esporre il proprio pensiero.

Che Riccardi, immagini una società in cui i tecnici, nello specifico i medici, non siano nelle condizioni di esprimere i propri pareri in forme pubbliche, è un fatto decisamente incomprensibile e sostanzialmente biasimevole.

Se non fossero i medici a dirci qualcosa sul Covid, chi cavolo dovrebbe dircelo? A Riccardi, compete decidere sul come organizzare la sanità; ai medici applicare le conoscenze, le competenze di loro pertinenza e, vivaddìo, darci conto scientificamente di cosa sta accadendo.

Certo, un ortopedico parlerà delle sue conoscenze in merito alla funzione che svolge: un cardiologo si soffermerà sui temi che gli sono propri; un virologo esprimerà il suo parere sulla sfera dei virus; un infettivologo sulla diffusione delle infezioni.

La nostra società è una società aperta. Parla chiunque e noi, ascolteremo quelli che ci sembrano i più preparati nei loro campi specifici.

Riccardi, si metta il cuore in pace, lui parlerà da politico e i medici parleranno da medici. Non c’è una funzione che prevalga sull’altra, ciascuna nel proprio campo, perché solo nel medioevo il Conte stabiliva chi potesse e non potesse parlare.