Normalità cercasi

Bisogna che presto si creino le condizioni per un ritorno alla normalità, ahimè oggi perduta, che passa attraverso il recupero del buon senso

È certo che siamo oramai in campagna elettorale per le Europee e lo si comprende benissimo stante il modo in cui si muove il Governo nazionale. C’è una evidente fretta nel dar corso ai due più importanti provvedimenti della finanziaria: reddito di cittadinanza e quota cento. Non si parla d’altro e le conferenze stampa non mancano, anzi se ne fanno a iosa per essere certi che i cittadini abbiano capito l’importanza dei provvedimenti.

Repetita iuvant non solo per essere sicuri che si capisca ma anche per far capire quale sarà la campagna elettorale che, da qui a maggio, ci attenderà. Non si parla d’altro, come se altre questioni (lavoro, disoccupazione giovanile e non, investimenti e sviluppo) non esistessero. Anzi si assiste a un deplorevole, quanto misero, balletto di attribuzione delle responsabilità all’uno o l’altro partner di governo per cui le grandi opere infrastrutturali siano in gran parte ferme (ben 400 cantieri fermi, quindi, non solo la Tav).

Da tutto ciò emerge con chiarezza che le due anime del Governo sono in disaccordo su quasi tutto e che rimangono in sella solo per attaccamento al potere e per mero calcolo elettorale. Cercano quotidianamente di addossarsi le responsabilità per una possibile ed eventuale caduta del governo. Subito dopo l’esito delle elezioni europee tireranno le conclusioni e inizieranno la battaglia finale precostituendo le ragioni e i tempi per elezioni politiche anticipate.

Intanto, chi ci rimette sono i cittadini italiani che sempre di più si preoccupano del loro futuro e dei loro risparmi, nell’attesa di qualche seria iniziativa politica capace di disegnare un progetto che guardi al futuro della società italiana nel contesto europee e mondiale. Ma fino a ora non si vede all’orizzonte nulla di tutto questo. Gli attuali governanti parlano continuamente dei punti previsti da questo famigerato “contratto” che, diciamolo con chiarezza, non ha nulla di istituzionale ma solo una convenienza tra i due contraenti di governo.

C’è da chiedersi fino a quando continuerà questo misero balletto tra Lega e Penta Stellati che confliggono tra loro al solo scopo di recuperare consenso elettorale, tra l’altro stabilito dai sondaggi che non sempre corrispondono alle effettive risultanze provenienti dalle urne. Insomma la situazione non è delle migliori per mancanza di progettualità e, certamente, preoccupa questo andazzo che non porta a un futuro di sviluppo economico, sociale e culturale.

Bisogna che presto si creino le condizioni per un ritorno alla normalità, ahimè oggi perduta, che passa attraverso il recupero del buon senso e, specialmente, di un sistema istituzionale che garantisca governabilità con coalizioni basate su programmi, non certo su contratti. Ci vuole anche una opposizione per assicurare una effettiva alternanza ma che, purtroppo, oggi non c’è.