È stato definito in tanti modi, anche “prete anticlericale” per il suo parlare schietto, non sempre apprezzato, a causa di questa franchezza, dai confratelli e dai superiori. Fu combattente, ma celebrò la pace. Scrisse: “Il cristiano è un ‘uomo di pace’, non un ‘uomo in pace’: fare la pace è la sua vocazione”. Don Primo Mazzolari c’invita a vivere la Pasqua con parole essenziali e piene di tensione spirituale.

Primo Mazzolari

Noi cristiani abbiamo fretta di vedere i segni della Pasqua del Signore, e quasi gli muoviamo rimprovero di ogni indugio, che fa parte del mistero della Redenzione.

I non-cristiani hanno fretta di vedere i segni della nostra Pasqua, che aiutano a capire i segni della Pasqua del Signore. «Un sepolcro imbiancato, che di fuori appare lucente, ma dentro è pieno di marciume», non è un «sepolcro glorioso». «Chi mette insieme pesanti fardelli per caricarli sulle spalle degli altri, senza smuoverli nemmeno con un dito», è fuori della Pasqua.

«Chi fa le sue opere per richiamare l’attenzione della gente», invitando stampa e televisione, non vede la Pasqua. «Chi chiude il Regno dei Cieli in faccia agli uomini» per mancanza di misericordia, non sente la Pasqua.

«Chi giura per l’oro del Tempio e non per il Tempio» non ha ancora buttato via le «trenta monete d’argento».

«Chi paga le piccole decime e trascura la giustizia, la misericordia e la fedeltà», rinnega la Pasqua.

«Chi lava il piatto dall’esterno, mentre dentro è pieno di rapina e di intemperanza», non fa posto alla Pasqua.

Oggi è Pasqua, anche se noi non siamo anime pasquali: il sepolcro si spalanca ugualmente, e l’alleluia della vita esulta perfino nell’aria e nei campi; ma chi sulle strade dell’Uomo, questa mattina, sa camminargli accanto e, lungo il cammino, risollevargli il cuore?

Una cristianità che s’incanta dietro memorie e che ripete, senza spasimo, gesti e parole divine, e a cui l’alleluia è soltanto un rito e non la trasfigurante irradiazione della fede e della gioia nella vita che vince il male e la morte, dell’uomo, come può comunicare «i segni della Pasqua?».

(1 aprile 1936) La Pasqua, 64-65.