Europa: Ogni popolo reca il suo contributo con la sua storia

Non perdiamo il senso del trend della prospettiva storica che ebbero De Gasperi e Moro. Gli incidenti di percorso si riassorbono.

Continuiamo a ragionare sulla scia del positivo retaggio delle scelte politiche dei nostri maggiori politici, senza farci condizionare troppo dai problemi del presente ma proiettando tutto nel futuro da costruire.

Moro si batté a favore dalla Gran Bretagna nella costruzione di una Europa unita.

De Gasperi si batté per un rafforzamento di tale processo unitario anche nel settore militare, lui che militarista certo non era.

Macron approfitta del momento favorevole rappresentato dalla Brexit britannica e dalla politica bilaterale di Trump per avanzare la proposta di fatto di una politica militare europea a guida francese, correggendo l’opposizione che Parigi espresse nel 1954. Cogliamo con favore la circostanza per risolvere problemini che ci stanno molto a cuore su altri fronti: nel campo delle risorse energetiche, nella politica industriale navale e aeronautica, nei vari contenziosi con i paesi mussulmani del Mediterraneo, nel grave problema delle emigrazioni. Anche Parigi ha bisogno del sostegno politico europeo per molti aspetti, in primis perché anch’essa da sola avverte la riduzione del suo peso specifico e non riesce a prospettarsi un futuro di paese sereno.

La stessa Germania, pur forte, ha estremo bisogno di vivere con gli altri europei per vincere i propri nazionalisti e reggere i confronti coi paesi dell’Est interni ed esterni all’Unione. La politica attuale degli Stati Uniti verso l’Europa è destinata a modificarsi per continuare a godere dei mille motivi di solidarietà democratica atlantica che intercorrono fra noi europei e loro, nati da noi.

Ricordiamo sempre che le nostre attuali problematiche per i migranti sono state col tempo risolte per ragioni politiche ed economiche da altri Paesi europei, come Francia, Inghilterra e Germania, con maggiore favore; solo la Spagna e l’Italia, tra i più popolosi, erano stati fin qui più chiusi. Sono per tutti maggiori le ragioni di stare insieme che quelle di vivere separati.

Dobbiamo vivere con fiducia le molte bontà delle nostre scelte di fondo della tradizionale politica estera. Per tutti i Paesi europei i vantaggi e i pesi momentanei sono sempre da leggere nella prospettiva del lungo periodo. Non perdiamo il senso del trend della prospettiva storica che ebbero De Gasperi e Moro. Gli incidenti di percorso si riassorbono.