Articolo pubblicato sulle pagine di civiltà cattolica a firma di Giovanni Cucci
Il contesto dell’articolo. Le novità che l’introduzione del digitale nelle sue variegate sfaccettature, non sempre facili da separare con precisione (computer, web, robot, intelligenza artificiale), presenta in ogni campo della vita umana sono sterminate e affascinanti; tutto ciò nello stesso tempo suscita anche interrogativi rilevanti.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo prende in considerazione alcuni ambiti specifici della vita umana nei quali l’assenza di controllo può portare a gravi conseguenze sociali, ossia a una possibile «dittatura del digitale»; e altri invece dove l’apporto dell’intelligenza artificiale può offrire un contributo, oltre che utile, anche correttivo nei confronti della volubilità umana.
Così esso offre molteplici spunti e casi di studio che disegnano le luci e le ombre dell’automazione; approfondisce le differenze tra la comunicazione di informazioni (e la loro sintassi), e la ricchezza di significati del linguaggio umano (semantica), e come esso – nella sua dimensione essenzialmente biologica, corporea, vivente – sia collegato alla salute mentale di una persona.
Celebre l’esperimento mentale, ideato dal filosofo John Searle, chiamato «stanza cinese», in cui emerge come la mente umana sia irriducibile non solo a un algoritmo o a una macchina, ma anche a una dimensione meramente materiale. Un’evidenza divenuta visivamente esemplare grazie al celebre film di Stanley Kubrick 2001, Odissea nello spazio, nel dialogo tra un astronauta e il megacomputer di bordo, Hal 9000.
L’articolo dunque illustra come alcune attività della vita ordinaria mostrano una complessità che si pone su un livello qualitativamente differente rispetto all’intelligenza artificiale. E cerca di offrire la prospettiva di un «umanesimo digitale», che implica un dialogo sempre più attento tra le innovazioni tecnologiche e le scienze umane.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Quali sono i vantaggi, le opportunità, e quali invece i rischi e le preoccupazioni destate dallo sviluppo delle «intelligenze artificiali»?
- Le macchine hanno una morale?