Piraino: per una democrazia comunitaria

Qualunque sia il giudizio sull’attuale governo, nessuno può disconoscere che esso ha cambiato l’agenda politica del Paese

Il governo degli opposti nato grazie alla geniale invenzione del “contratto” (Lega/5S) ha rotto gli equilibri politici del Paese incentrati su un innaturale “dominio” degli interessi del capitalismo finanziario di origine esterna ammantato di “umanesimo civile” per i diversi e gli immigrati.

Qualunque sia il giudizio sull’attuale governo, nessuno può disconoscere che esso ha cambiato l’agenda politica del Paese: dopo alcuni decenni sono tornati al centro del dibattito gli ultimi, l’ambiente , il ruolo dello Stato, la famiglia, un diverso approccio con l’Europa e l’Africa (sul tema dell’immigrazione).

Tutto ciò ha messo profondamente in crisi i due “terminali” politici del passato assetto economico-culturale: il PD di Renzi e Forza Italia di Berlusconi, innescando, oltre le apparenze, un profondo processo di ripensamento nel primo e di inesorabile declino, anche per motivi anagrafici, del secondo, destinato ad un rapido assorbimento da parte della Lega. Un processo di ripensamento che non potrà non portare il Pd, pena l’estinzione, ad un ritorno alle origini marxiste ed egualitarie e quindi ad una rinnovata sensibilità per gli ultimi e il ruolo attivo dello Stato. Di fatto avviando una scomposizione/ricomposizione del quadro politico, che vede proprio in questi giorni +Europa assumere il ruolo del “Pd plurale” in fase di archiviazione.

Se il ragionamento fin qui esposto è fondato, la vittoria di Zingaretti, con il progressivo assorbimento “delle ragioni” e degli esponenti di LEU, delineerà, il nuovo partito dei democratici di sinistra, con o senza Renzi, comunque marginalizzato, come anche la residua componente “cattolica”. Un partito in grado di recuperare “qualcosa”, in termini di consensi, anche ai 5S.

In questo contesto-prospettiva sorge la domanda: esistono “spazi” per nuovi soggetti politici? Indubbiamente sì per nuovi movimenti “meridionalisti” e “verdi”.

L’esplosione dei movimenti meridionalisti è alle porte, infatti, come risposta: 1) al federalismo fiscale rivendicato dalle regioni del Nord come ultimo atto di espropriazione sistemica del Mezzogiorno 2) alla mortificante politica agricola del Paese tutta incentrata sulla difesa degli interessi dell’industria agroalimentare e dei comparti produttivi agricoli del Nord.

Parallelamente il rilevante ritardo sulle grandi questioni ambientali, centrali per la stessa sopravvivenza del pianeta, non potrà non innestare anche in Italia nei prossimi anni una nuova coscienza ecologica con il rifiorire di nuove soggettualità politiche “verdi”.

E con riferimento alla visione delle cose di ispirazione cristiana? L’interrogativo serpeggia, seppure con modalità carsiche, dal Nord al Sud del Paese.

Se utilizziamo una metodologia di “derivazione” strategico-aziendale (la matrice soggetti politici/contenuti strategici) possiamo verificare se esiste un “vuoto di offerta” rispetto ad una domanda di ispirazione cristiana e quindi lo spazio per un nuovo soggetto politico identitario.

All’uopo dalla matrice allegata (cfr. tabella 1) emerge con tutta evidenza “lo spazio” per una soggettualità caratterizzata da una nuova sintesi dell’offerta politica come segue:

  1. A) Un “allineamento” dell’idea di uomo che riporti a coerenza la promozione della vita, la lotta alle diseguaglianze (con il riconoscimento della funzione positiva del reddito di cittadinanza) e l’apertura ad una immigrazione “umana”, in nome del diritto fondamentale unico e indivisibile di ogni essere umano ad esistere dignitosamente in quanto uomo. Non occorrono complesse analisi per cogliere le contraddizioni di tutte le attuali offerte politiche parziali e/o equivoche, comprese quelle riconducibile alla stessa gerarchia ecclesiastica, laddove un mancato approfondimento delle

conseguenze strutturali dell’innovazione tecnologica e delle esigenze di conversione produttiva, non permette di cogliere il valore umano-strategico di una misura di civiltà quale il reddito di cittadinanza. B) Una chiara e netta opzione per la salvaguardia degli equilibri del Pianeta, assunti a parametri di riferimento di tutta l’azione di regolazione delle attività umane (di produzione e consumo, di mobilità, ludiche). C) Una radicale opzione di contrasto al capitalismo finanziario globalista in nome della democrazia economica incentrata sulla pluralità dei soggetti economici in termini giuridici e dimensionali. Al riguardo si pensi al processo di concentrazione, in nome dell’efficienza, del sistema bancario uscito dalla riforma del ’36 che è stato alla base del grande sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Ciò a partire da una rinnovata presenza e da un ruolo attivo dello Stato sia come soggetto economico che come Ente regolatore. D) Una serena e nitida “domanda” di revisione dell’Unione Europea, nella consapevolezza che una “Moneta senza Stato” è un mostro politico che produce guerre commerciali all’interno a danno dei più deboli e, di fatto, guerre neocolonialistiche nella povera Africa; Africa che deve tornare al centro delle politiche europee in una logica di valorizzazione della Stessa a favore dei popoli indigeni anche per scongiurare la colonizzazione cinese. Al riguardo come dimenticare secoli di solidarietà missionaria che ci rendono, come italiani, straordinariamente credibili! E) E per finire politiche familiari attive e derubricazione dall’agenda politica del Paese delle problematiche connesse alla sicurezza, che sono figlie di colossali interessi economici legati al “mercato della paura”, l’ultima frontiera del consumismo di massa.

Una offerta politica, quindi un partito minoritario, alla luce dell’attuale contesto socio economico e culturale, ma certamente vitale ed utile al futuro del Paese, sul quale incidere attraverso un saggio “gioco delle alleanze”, che privilegino il movimento 5S (probabilmente ridimensionato), il rinnovato partito della Sinistra, i nuovi verdi e i nascenti autonomisti meridionali (cfr. tabella 2).

Se così è, nel ricordo di Sturzo, De Gasperi, Moro, Olivetti, Martinazzoli abbiamo il dovere di spenderci per una Democrazia Comunitaria, a servizio del Paese e non solo.