Le riflessioni del Prefetto Francesco Tagliente sul “Giorno del dono”.

Oggi 4 ottobre oltre a San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia si celebra il “Giorno del dono” fortemente voluto dal Presidente Emerito Carlo Azeglio Ciampi primo firmatario, nella veste di Senatore di diritto e a vita, della proposta diventata legge 14 luglio 2015, n. 110.
Questa è l’ultima di una serie di iniziative di alta passione civile e di patriottismo repubblicano spontaneo del Presidente Ciampi del quale qui mi limito a ricordare la sua pionieristica campagna di comunicazione istituzionale incentrata sulla riscoperta e sulla riappropriazione del nostro patrimonio nazionale. Non faccio riferimento solo Canto degli Italiani e al Tricolore. Il progetto coinvolse anche i luoghi della Repubblica, a partire dal Palazzo del Quirinale e dalla Piazza di Montecavallo, teatro del Cambio solenne della Guardia, del concerto di Capodanno e del brindisi della coppia presidenziale con i cittadini.

Penso anche alla riapertura del Vittoriano, al ripristino della parata militare del 2 giugno, al rilancio delle ricorrenze del 25 aprile e del 4 novembre. Penso ancora al rinnovo delle insegne dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ricordo la riattivazione delle concessioni dell’Ordine della Stella della Solidarietà italiana (oggi Ordine della Stella d’Italia), al rilancio delle medaglie di benemerenza. Progetti quelli del presidente Ciampi portati avanti con il presidente emerito Napolitano ed oggi al centro dell’attività del presidente Mattarella, guida autorevole del Paese a cui tutti guardiamo con ammirazione e affetto.

L’istituzione del “Giorno del dono” richiama alla mente anche il progetto del Presidente Ciampi per la cura della memoria che era stata costante durante il settennato. Penso alla istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti»; penso alla istituzione del “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano dalmata, del confine orientale».

Con la legge del 2015 promulgata dal presidente Sergio Mattarella, la Repubblica italiana riconosce il 4  ottobre di ogni anno «Giorno del dono», al fine di “offrire ai cittadini l’opportunità di acquisire una maggiore consapevolezza del contributo che le scelte e le attività donative possono recare alla  crescita  della società italiana, ravvisando in esse una forma di impegno e di partecipazione nella quale i valori primari della libertà e della solidarietà affermati dalla Costituzione trovano un’espressione altamente  degna di essere riconosciuta e promossa”.

La scelta del 4 ottobre non è casuale perché coincide con la celebrazione di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, giornata del dialogo e della pace, e richiama alla memoria un momento significativo della “Giornata di preghiera per la pace nel mondo” organizzata il 24 gennaio 2002 nel convento di Assisi presieduta da Papa Giovanni Paolo II
Il Presidente Ciampi sedeva in prima fila con al suo fianco la signora Franca. Dopo la preghiera del Papa come conclusione del rito, ognuna dei rappresentanti delle religioni della terra portava la sua lampada sull’altare.

Quasi al termine, un cerimoniere pontificio, chiamato poco prima dal Papa che gli aveva detto qualcosa, si avvicinò al Presidente Ciampi con una lampada in mano dicendogli “Sua Santità domanda se anche lei vuole portare la lampada”. Il Presidente prese la lampada, raggiunse il tripode e la posò. Un gesto simbolico e potente di alleanza fra religioni e democrazia costituzionale, che Ciampi ha promosso sino agli ultimi anni della sua esistenza.
Questa mia riflessione sul “Giorno del dono” risponde anche al dettato della legge istitutiva di questa solennità civile, la quale dispone anche che, per il 4 ottobre di ogni anno, possono essere organizzati momenti comuni di  riflessione, “affinché’ l’idea e la pratica del dono siano oggetto di attenzione in tutte le forme che possono assumere  e affinché’ la loro importanza riceva il  conforto  di  approfondimenti culturali e di testimonianze riguardanti le esperienze di impegno libero e gratuito che di fatto si realizzano nella società italiana”.
Lo scrive il prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB