Con il tramonto di una stagione animata dagli “estremismi” di Lega e M5S, è giocoforza che emergano nuovi protagonisti e soprattutto nuovi soggetti politici. Certo, chi continua a individuare nei populisti da un lato e nei sovranisti dall’altro gli alleati “strategici” per aprire la fase politica che culminerà con le elezioni del 2023, difficilmente potrà guidare questa nuova stagione costituente.

Sì, è vero. C’entra la guerra, terribile e drammatica in Ucraina. E, soprattutto, le ripercussioni che proprio questa guerra, tradizionale e violenta, avrà nella ridefinizione degli stessi equilibri a livello geopolitico. Europeo ed internazionale. Ma è indubbio che il cambiamento radicale con cui dobbiamo convivere è la conclusione di una fase politica che vede, fortunatamente, il lento tramonto – speriamo il più presto possibile – di chi ha interpretato, cavalcato e sfruttato le due sub culture principali di questo fallimento: il sovranismo e il populismo. Ovvero il partito populista per eccellenza, cioè quello di Grillo, e quello sovranista della Lega di Salvini. Dico Salvini perchè la Lega tradizionale era tutt’altra cosa. E cioè, penso alla Lega di Bossi di ieri o alla Lega di Zaia di oggi. 

Due partiti che hanno dovuto radicalmente rinnegare tutto ciò che hanno urlato e sbraitato per molti anni e che oggi, di fatto, quasi si vergognano se qualcuno ricorda le sterminate dichiarazioni del passato che. campeggiano, come ovvio, su tutti i social. È talmente evidente, di conseguenza, che sarà difficile, molto difficile, che i protagonisti della futura e nuova fase politica possano essere quei personaggi che hanno dovuto rinnegare tutto ciò che hanno detto per svariati lustri e che oggi sono costretti a percorrere strade per loro del tutto inedite e sconosciute. Non a caso, hanno dovuto compiere – e compiono tuttora – giravolte e capriole continue illudendosi che i cittadini/elettori siano una massa di beoti pronti ad accogliere la deriva trasformistica ed opportunistica di questi cosiddetti leader politici sempre meno credibili e attendibili.

Insomma, ci si avvia a chiudere definitivamente una fase politica decadente, puramente propagandistica, del tutto deficitaria e altamente carente sotto il versante della credibilità della classe politica naufragata nella spirale qualunquista, demagogica e anti politica che l’ha caratterizzata sin dall’inizio. Sotto questo versante, e tardivamente, possiamo dire tranquillamente che l’alleanza tra i populisti dei 5 stelle e i sovranisti della Lega salviniana era coerente e del tutto naturale quando è stata siglata nel 2108 dopo le elezioni che hanno sconvolto i tradizionali e consolidati equilibri politici nel nostro paese. 

Ora, però, questa triste e decadente parentesi finalmente si avvia alla sua conclusione dopo il governo guidato dai cosiddetti “migliori”. E con il tramonto di questa stagione è giocoforza che emergano nuovi protagonisti non solo politici ma anche, e soprattutto, nuovi soggetti politici. Certo, chi continua a individuare nei populisti da un lato e nei sovranisti dall’altro gli alleati “strategici” per aprire la fase politica che culminerà con le elezioni del 2023, difficilmente potrà essere protagonista di questa nuova stagione costituente.

Ecco perchè, allora, le forze di centro moderate, riformiste, liberali e cattoliche saranno determinanti e decisive – al di là dello stesso peso elettorale – in vista delle prossime elezioni politiche. Decisive e determinanti purchè siano chiare nel decretare la fine di questa doppia malapianta – il sovranismo e il populismo, appunto – che ha contribuito ad immiserire la nostra democrazia e ad incrinare il ruolo e la credibilità delle stesse istituzioni democratiche.

Bisogna al più presto invertire la rotta. E la “cultura politica di centro” deve ritornare protagonista non per il futuro di quelle forze ma, semmai, per il ritorno della qualità della democrazia e per la nobiltà e lo stesso ruolo della politica nella società contemporanea.