Un incontro importante e costruttivo quello convocato dal Presidente dell’Associazione Popolari Pier Luigi Castagnetti presso l’iStituto Sturzo a Roma. Un confronto aperto e senza titubanze introdotto dallo stesso Castagnetti che ha immediatamente posto il tema, peraltro molto discusso in questa fase politica e mediatica, sulla presunta “irrilevanza” politica e culturale dei cattolici nella vita pubblica del nostro paese. E, di conseguenza, su come ridare slancio, vigore e qualità alla presenza attiva del cattolicesimo democratico e del cattolicesimo politico nell’attuale fase storica. Ora, al di là del dibattito ricco e plurale allo Sturzo, a cui hanno partecipato anche il Ministro Dario Franceschini e molti esponenti di primo piano del popolarismo italiano, sono emersi alcuni elementi chiari ed oggettivi. 

Innanzitutto, ed è stato ribadito con forza e convinzione, l’inopportunità di dar vita, oggi, ad un “partito cattolico” o ad un “partito popolare di ispirazione cristiana”. Mancano le condizioni storiche, politiche e forse anche organizzative per avventurarsi in un cammino del genere. Una ipotesi, comunque sia, che resta sul tappeto e che non si può pregiudizialmente negare per un futuro che oggi, però, non si intravede. Questo, al contempo, non significa affatto non prendere in seria considerazione il dibattito – che è presente e sarebbe inutile negarlo – attorno ad una rinnovata presenza politica dei cattolici democratici e popolari nel nostro paese. Un dibattito che campeggia non solo nell’area cattolica italiana, seppur frastagliata e molto frammentata, ma nello stesso mondo laico. E’ appena sufficiente ricordare la grande attenzione che i grandi organi di informazione riservano al tema del centro, dei cattolici e dei popolari nell’attuale fase politica italiana. 

In secondo luogo è emersa la necessità di ridare voce e qualità alla cultura cattolico popolare. Attraverso vari strumenti: dalla ripartenza, seppur online, della gloriosa testata del Popolo a convegni di formazione e di approfondimento sui capisaldi della nostra identità storica ed ideale. Momenti che possono e debbono essere fortemente aggreganti per il “nostro mondo” ma aperti, comunque, al confronto e al dialogo con altri spezzoni della galassia cattolica italiana che mai come in questo momento sentono la necessità di ridare voce e rappresentanza a settori della società che si sono progressivamente allontanati dalla politica e, in misura più marcata, dai partiti. Anche dai partiti di riferimento. 

In ultimo, ma non per ordine di importanza, nel dibattito si è richiamata la necessità di ricreare una sorta di unità politica, culturale e forse anche organizzativa dei vari spezzoni riconducibili al cattolicesimo democratico e popolare che si riconoscono nel campo del centro sinistra alternativi al sovranismo e alla destra. Una unità che, stando alle forze che sono realisticamente in campo, non possono che guardare con forte interesse al Partito democratico, purché confermi la sua natura “plurale” tesa alla valorizzazione delle culture politiche fondanti quell’esperienza. 

Insomma, l’incontro all’Istituto Sturzo ha aperto, forse, una pagina nuova nella storia travagliata e sofferta ma sempre entusiasmante del cattolicesimo democratico e popolare nel nostro paese. E proprio Castagnetti, l’ultimo segretario nazionale del Ppi, può ancora giocare un ruolo decisivo e fondamentale in questa azione di ricomposizione politica, culturale ed anche organizzativa di una esperienza che, comunque sia, continua ad essere tuttora importante per il futuro e la stessa qualità della democrazia italiana.