Di una cosa siamo certi, che il mondo politico non fa che cambiare se stesso. Un tempo aveva l’abitudine a stare su vagoni lenti, ma ormai sono diverse stagioni in cui sembra abituato ad utilizzare la Freccia Rossa.

Basta girare il capo all’indietro, esaminare gli ultimi dieci-venti anni, e troveremo un bazar ricco di diversi articoli.

Se così è, non sarà difficile presumere che lo sia anche domani. Non un domani lontano, ma dietro l’angolo. Qualche scritto fa mi sono soffermato sulla possibile evoluzione del partito oggi a caratura maggiore. Sempre e solo ipotesi di lavoro, possibilità in gioco. Non sono certo un indovino, svolgo solamente il divertente esercizio di presumere quali passi consumeranno i diversi soggetti in campo.

Non sarà scappato a nessuno il diverbio magistralmente edulcorato all’inter no della sfera del movimento 5Stelle. Che segnale mai sarà quello? Forse di uno stato stabile del movimento momentaneamente guidato da Vito Crimi? Già il fatto che sia Crimi a capo di quella squadra fa capire quanto sia minato il terreno su cui stanziano i vecchi grillini. L’uscita di Alessandro Di Battista, segna una faglia ormai inarrestabile dentro quel movimento: la compattezza sembra ormai un sogno svanito.

Dobbiamo forse attenderci una disgregazione? È una ipotesi certamente non peregrina. Non subito. Dubito infatti, che abbiano già maturato la diaspora, ma si avverte inconfutabilmente un’aria di gelida differenziazione.

Non vorrei precorrere troppo in tempi, devo pur risparmiare dei giorni per scrivere qualcosa. Per ora, mi basta pronosticare una scissione che terremoterebbe il decennio appena concluso.

Una semplice mossa in un angolo del mondo politico, implicherebbe una serie di spostamenti anche sugli altri versanti. Non credo di dar troppo fiato alla fantasia. Anzi, semmai, la tengo un po’ frenata.