Povertà e senza casa: il grido che sale dalla città! Proposte concrete per ridare fiducia e speranza

Numeri, informazioni, notizie, indicazioni, che sono il frutto di un lavoro fatto sul campo, di studio, di ricerca, di esperienze reali “sull’universo casa"

Forse l’incontro denominato “ Povertà e senza casa: un grido che sale dalla città”, che si è tenuto presso la prestigiosa Pontificia Università Antonianum, dei Frati minori francescani, a Roma, può essere l’avvio di una nuova stagione e di un nuovo cammino dell’abitare nella Città Eterna. Infatti questo evento, non può rappresentare solo un sasso nello stagno, ma deve essere un forte richiamo ai Pubblici Poteri (Comune di Roma e Regione Lazio) su ciò che nella Capitale va sotto il nome di disagio e bisogno abitativo. Un evento definito come “una giornata  di riflessione e proposte sulle politiche abitative” a Roma. Il Convegno organizzato dai Sindacati Sunia, Sicet, Unione Inquilini, dall’Alleanza contro la povertà e dall’associazione Action, ha visto una grande partecipazione di persone, compresi tanti immigrati, che hanno seguito con vivo interesse lo svolgimento dei lavori, manifestando spesso anche il loro assenso con applausi per le argomentazioni sviluppate e condivise.

Numeri, informazioni, notizie, indicazioni, che sono il frutto di un lavoro fatto sul campo, di studio, di ricerca, di esperienze reali “sull’universo casa”, da parte delle organizzazioni che hanno preparato l’evento. Hanno superato, in questa circostanza, vecchie diffidenze e incomprensioni, un esempio da valutare positivamente, perché senza rinunciare alle proprie specificità  e idee, si sono ritrovati, in forma unitaria, con l’ambizioso obiettivo di rimettere al centro della vita sociale, politica e amministrativa, le drammatiche questioni abitative romane.

L’apertura dei lavori è stata affidata a mons. Paolo Lojudice – Vescovo ausiliario della Diocesi di Roma – che ha manifestato l’attenzione della Chiesa verso i più fragili, e ha richiamato il confronto,  il mettersi in ascolto, sui problemi della povertà e della casa. Tutto ciò significa mettere a fuoco tutte le questioni sull’abitare. La ricerca di dialogo, in questo luogo significativo, deve aiutare ad essere concreti nell’individuare risultati concreti. La presentazione dei promotori dell’incontro è stata fatta da Emiliano Guarneri del Sunia, che nella relazione introduttiva, ha sviluppato considerazioni sul “ disagio inascoltato”, perché chi non ha “ un tetto sulla testa” non possiede  nulla, e spesso perde anche la dignità. Argomentando queste situazioni, con dei dati, che purtroppo la classe politica, finge o ignora di non conoscere.

I numeri più significativi dell’abitare a Roma (da fonti Ministeriali e Capitoline 2017): 12.500 famiglie in graduatoria per l’assegnazione di una casa popolare; oltre 1.200 famiglie ospitate nei “residence” con un costo annuo di 30 milioni; 5.300 nuove sentenze di sfratto, di cui 4754 per morosità; 8.000 richieste di esecuzione di sfratto con la forza pubblica; 3.000 sfratti eseguiti con la forza pubblica; 90 palazzi occupati, immobili pubblici e privati ad uso non abitativo, con almeno 12.000 persone; 7.500 persone senza fissa dimora; decine di migliaia di case vuote (stime che oscillano nella forbice 34.750 e 70.000); inoltre i richiedenti del contributo all’affitto, soddisfatte 4.000 richieste su 10.000 presentate al Comune di Roma, e i circa 500 alloggi di risulta all’anno che vengono assegnati. Infine altri soggetti come i richiedenti asilo, che sono diverse migliaia. Di fronte a questi dati, c’è l’assenza totale di una visione della politica della casa, che deve rispondere a una doppia esigenza : una emergenziale, sfratti e sgomberi,  e l’altra di visione e di pianificazione per i prossimi anni, collegata alla riqualificazione e alla rigenerazione del tessuto urbano della Capitale.

Nei 5 Focus dell’incontro, sono stati sviluppati interessanti approfondimenti che hanno interessato le “Disuguaglianze metropolitane” illustrate da Roberto Cellini di Alleanza contro la povertà (che organizza 35 realtà regionali),  ha definito questa situazione di povertà, figlia della crisi più lunga del secolo, dove la disoccupazione giovanile è a livelli impressionanti, e la “ cabina di regia”per le politiche sociali non esiste, e il piano cittadino in due anni e mezzo, non è stato mai avviato. La delicata situazione delle “Occupazioni abitative” è stata sviluppata da Fabrizio Nizi di Action, che ha organizzato più di 1.000 famiglie, colpite da sfratto, ad avere un tetto, anche se precario, perché i movimenti per il diritto all’abitare, rappresentano l’ultima spiaggia di tante famiglie disperate. Ha illustrato la situazione del palazzo ex Inpdap/Enpas di via Santa Croce in Gerusalemme dove oggi abitano 180 famiglie, distribuite su 7 piani, ed è un modello di convivenza e di attività sociale per la comunità che risiede in quell’immobile.

Emergenza strutturale, è stata definita da Enrico Puccini, dell’Osservatorio Casa Roma, la situazione del “Patrimonio pubblico”, che è costituito da 76 mila alloggi ERP (case popolari) , di queste 48 mila sono Ater Roma, ente della Regione  Lazio, e 28 mila di Roma Capitale ( di cui 4mila fuori comune). Occorrono 24 anni per assegnare le case richieste oggi, con l’attuale andamento che mediamente può essere di 40 alloggi al mese. Si manifesta un notevole disagio sociale nei quartieri a maggior concentrazione di edilizia pubblica. Un esempio esemplare, a Roma i laureati sono circa il 30%, negli alloggi ERP sono il 3%. Inoltre deve trovare una soluzione il razionale utilizzo del patrimonio pubblico, oggi di fatto in parte sottoutilizzato. L’Unione Inquilini con Fabrizio Ragucci, ha sottolineato come “Sfratti e precarietà abitativa” a Roma significa un disagio abitativo che interessa oltre 50mila famiglie, e la questione sfratti è la punta dell’iceberg. Il Governo vuole ridurre il problema a questione di ordine pubblico, senza eccezioni per le persone in difficoltà. Occorre una riflessione aperta e coinvolgente, come quella che 1974 ha portato la Chiesa di Roma a interrogarsi, alle forze sociali ed economiche della città, sui “mali di Roma”, favorendo una nuova stagione di impegno e di fiducia, quella fiducia che oggi sentiamo essersi completamente persa.

La Comunità di S. Egidio con Giancarlo Penza ha affrontato la questione “Casa e immigrazione” che nel nostro paese gli extracomunitari sono proprietari di abitazione per il 23%, il 64% è in affitto, 8% alloggia nei luoghi di lavoro e il rimanente presso parenti e connazionali. La scelta di vita per l’acquisto di un alloggio è la volontà di integrazione nel nostro paese, e non possono essere considerati il capro espiatorio di tutti i nostri mali. Infine il contributo del Consigliere Regionale Paolo Ciani, unico politico presente, infatti per motivi diversi Regione Lazio e Comune di Roma non hanno partecipato: l’Assessore Valeriani è dovuto intervenire allo stabilimento Ama in via Salaria per un grave incendio e il vice Sindaco Bergamo ha inviato una lettera richiamando la legalità nelle occupazioni e i diritti da salvaguardare. Ciani, componente della Commissione politiche abitative, ha ricordato che la Regione Lazio ha ripreso i fondi non utilizzati dal Comune di Roma per il frazionamento, e l’esigibilità del diritto alla casa, oltre ala creazione dell’Agenzia della casa.

Le proposte conclusive sono state illustrate da Paolo Rigucci del Sicet, il quale ha ricordato l’esigenza di un positivo e proficuo rapporto fra Comune di Roma e Regione Lazio, ma  questo evento sulla casa, per i contenuti e i promotori, deve intendersi come una proposta politica per un appello alla città sull’abitare a Roma, coinvolgendo altri mondi: dalla produzione al volontariato, da quello accademico alla ricerca. In sintesi queste le richieste: Comune di Roma – Bandi per i cambi alloggi, Sportello Unico del disagio abitativo. Regione Lazio – Nuova legge ERP, Costituzione Osservatorio sulla condizione abitativa, Modifica alle soglie per l’attribuzione della casa popolare. Ater / Comune: Accelerazione sui bandi per i frazionamenti nell’ERP.  Regione/Comune: Accordo sull’utilizzo dei fondi, Censimento beni demaniali inutilizzati, Agenzia dell’abitare. Questa è la strada per ridare fiducia e speranza a chi aspetta un tetto! E questo è stato il significato di questo importante convegno.