“Elogio dei liberi e forti”

Presentazione del libro a Roma

Articolo apparso sulla rivista Tempi

Conoscere le radici cattoliche della nostra società e della vita istituzionale, ricostruendone le basi storiche: è questo l’obiettivo del saggio scritto a quattro mani da Lucio D’Ubaldo e Giuseppe Fioroni, due protagonisti della politica italiana. Il volume, dal titolo Elogio dei liberi e forti – La responsabilità politica dei cattolici (Giapeto Editore), è stato presentato ieri sera presso lo Spazio Espositivo Tritone della Fondazione Sorgente Group, nel corso di un incontro-dibattito con Giorgio De Rita, Segretario generale del Censis, intervistato dal giornalista de Il Foglio Matteo Matzuzzi.

Ripercorrendo i contenuti del libro, si è parlato di fondamentali passaggi storici partendo dall’800 fino alla pubblicazione dell’appello di Don Sturzo ai liberi e forti. Di grande impatto è considerata l’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, che ha posto i semi della dottrina sociale della Chiesa sollecitando l’impegno a fianco dei lavoratori e dei bisognosi, per una riforma della società in chiave cristiana. Don Sturzo, dal canto suo, fu tra i primi a prefigurare la nascita di un partito a base popolare ma moderno, cioè organizzato e con un forte radicamento nella società.

Proprio questa chiave, secondo Giorgio De Rita, rende l’opera estremamente attuale: «Don Luigi Sturzo è stato profetico rispetto al futuro, perché ha creduto di poter aspirare a una società basata sulla libertà ma non sull’anarchia, che deve trovare una guida salda nel senso di responsabilità dei suoi governanti. È la stessa istanza che il Rapporto Sociale del Censis oggi riscontra: gli italiani si dichiarano più che mai bisognosi di una guida autorevole che sappia superare la perdita di riferimenti e il diffuso atteggiamento di rancore nei confronti del diverso».

«Il senso dell’appello di Sturzo – ha concluso l’autore D’Ubaldo – è costruire un partito organizzato che si richiamasse per la prima volta ai principi di uguaglianza, libertà e fratellanza mutuati dalla Rivoluzione francese, qualcosa di veramente nuovo rispetto a quello che era stato l’impegno dei cattolici fino a quel momento, soprattutto dopo il tramonto del progetto autoritario in seguito alla prima guerra mondiale. Si tratta di principi ancora validi per qualunque organizzazione politica».