Milioni di italiani ieri incollati davanti alla televisione, sconcertati, increduli e spietatamente diventati diffidenti l’uno dell’altro. Nord, Centro e Sud in guerra per l’attribuzione dell’inizio della diffusione dei vari focolai all’interno della nostra nazione.

L’Europa e i resto del mondo che attribuisce sempre più le responsabilità di “untura” agli italiani. Ecco come si presenta lo scenario italiano dopo il discorso di Conte. Sembra che ci voglia un attimo per distruggere la tessitura dei rapporti sociali e umani in una società moderna come la nostra, poiché l’isolamento e la diffidenza affondano inesorabilmente tutti i rapporti sociali e umani.

A Roma, ieri, fortunatamente abbiamo avuto una voce che si è sollevata da questa appestata atmosfera di contagio, quella di un artista romano che è sempre stato coinvolto in manifestazioni a favore della socialità e umanità e che ha sempre ribadito, anche nelle sue canzoni, i concetti di amore, fratellanza, sensibilità e di fragilità dei comportamenti umani, Renato Zero. E per questo trovo veramente “azzeccata” l’attribuzione a “defensor urbis” a Renato Zero da parte di Lucio D’Ubaldo e alla spettanza di un giusto posto d’onore in Campidoglio che rappresenti degnamente i cittadini romani.

E si perché io francamente qualcosa del genere me lo sarei innanzitutto aspettato dal nostro Sindaco di Roma che invece molto silenziosamente e con grande diffidenza affronta le urgenze del suo Comune. A breve cominciamo a parlare di elezioni per un nuovo sindaco che possa far crescere la speranza di rimettere in moto questa città con e senza coronavirus, e per me che sono un musicista, chissà anche Renato Zero non dispiacerebbe.