Secondo il filosofo Massimo Cacciari, i cattolici non possono essere (per definizione) apolitici. Come si può superare, allora, la condizione di presunta “irrilevanza” (secondo le recenti parole del cardinale Ruini) dei cattolici democratici nella costruzione di un movimento che possa essere attrattivo nell’attuale offerta politica?
Per non ripetere alcuni errori del passato, è necessario, oggi, un esame di coscienza da parte del cosiddetto “cattolicesimo democratico”.

Un’occasione in tal senso può essere offerta dal prossimo incontro di Rete Bianca che si terrà a Roma, presso il piccolo Auditorium “Aldo Moro” (via di Campo Marzio, 24) nella mattina di sabato 23 novembre p.v.

Dopo l’indirizzo di saluto di Lucio D’Ubaldo, direttore del Centro di Documentazione e Studi dei Comuni Italiani (Anci) e l’introduzione generale di Alessandro Corbelli, presidente del Movimento Popolare italiano, il dibattito ruoterà intorno alle riflessioni di eminenti relatori. Giancarlo Infante, socio fondatore (con gli economisti Leonardo Becchetti e Stefano Zamagni) del movimento politico Insieme. Interverranno anche il prof. Luigi Di Santo, docente di Filosofia del Diritto presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale e Direttore della Scuola nazionale di formazione socio-politica “Giorgio La Pira”, il dott. Claudio Avelar (presidente Unione Democratico-Cristiana del Brasile), e il dott. Virginio Panici, presidente del movimento politico “Dimensione Cristiana”. Le conclusioni sono a cura del portavoce nazionale di Rete Bianca, il giovane Dante Monda.

In questi ultimi tempi, sono emersi alcuni nodi problematici di natura culturale che si sono spesso frapposti tra il “patrimonio potenziale” dei cattolici ed una sua traduzione in scelte operative che possano essere concrete ed efficaci.
Un nodo importante riguarda la questione dell’identità cattolica e della laicità. È necessario passare da una dialettica Chiesa-Stato ad una dialettica “credente-cittadino” per essere presenti e operativi in politica da cattolici in quanto cittadini. La questione riguarda la piena autonomia dei laici in politica, la formazione delle coscienze e la capacità di dialogo con la società civile e con il “mondo moderno”.

Certamente le sfide del futuro si giocano anche sul terreno del pre-politico, cioè della formazione politica. Da qui è nata l’idea, da parte dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale insieme all’Istituto Internazionale Jacques Maritain, di creare una Scuola di formazione socio-politica (giunta alla seconda edizione) dedicata a un grande maestro come l’ex sindaco di Firenze, Giorgio La Pira. Uno che, di fronte agli scioperi degli operai della fabbrica Nuovo Pignone, ebbe a dire ai dirigenti: “cambiate le leggi, perché io non posso cambiare il Vangelo”.
Prima di creare nuove formazioni politiche, appare dunque necessario rigenerare un terreno culturale, etico e spirituale condiviso, iniziando dalle giovani generazioni.