Roma, da “miracolo di civilta’ e di Dio” a vergogna nazionale

Roghi, quartieri sommersi dai rifiuti, trasporto pubblico al collasso e indagini per sospette mazzette: la capitale da decenni mai così in basso

L’ultimo di una lunga serie di disagi e di episodi traumatici è l’incendio – forse di origine dolosa – divampato al TMB di Via Salaria, che ha allarmato un’intera città e sta facendo nuovamente traballare la giunta 5 Stelle, chiamata per l’ennesima volta in causa circa la pessima gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.

Sembra lontano mille anni l’elogio di Camillo di Cavour, quando, ipotizzando (e auspicando) entro breve tempo la proclamazione di Roma a nuova capitale d’Italia, si espresse pubblicamente così:

“Roma [deve essere] capitale indispensabile dell’Italia poiché possiede, essa, memorie storiche, intellettuali, morali degne del centro di un grande Stato. Nostra stella, città eterna, sulla quale 25 secoli hanno accumulato ogni genere di gloria. Punto di conciliazione tra papato e autorità civile, Chiesa e Stato, religione e libertà. Roma è un miracolo di civiltà e di Dio”.

Invece correva appena il marzo 1861. Lui, Cavour, tra i padri della patria, con i suoi sillogismi beneauguranti e anche un po’ tattici, a distanza di quasi due secoli forse avrebbe prospettato una metropoli diversa, certo più moderna, funzionante, comunque prodiga di assistenza e servizi a beneficio della sua comunità. Ma il suo desiderio, sinceramente ottimista, sarebbe stato deluso. Oggi Roma, Natale 2018, è quasi in autogestione; il vero miracolo delle amministrazioni degli ultimi anni è stato quello di rendere la città impresentabile, forse in apparenza neanche bella da visitare. Oggi la capitale più bella del mondo è sommersa dai rifiuti, oppressa dal traffico e ferita dalla mala gestione della viabilità che rende difficile anche i giri turistici, sempre più caotici per via delle centinaia di bus privati che invadono il centro storico provocando congestioni e gravi incidenti. Questa è solo la facciata. Dietro c’è molto altro, purtroppo.

I debiti delle municipalizzate (Atac e Ama), tra le più grandi d’Europa per numero di dipendenti, sono come una spada di Damocle che pende incessantemente sul benessere della cittadinanza, la quale reputa con rassegnazione non più risolvibili i problemi logistici e quelli legati ai servizi essenziali. Durante gli ultimi mesi Roma è stata ed è al centro dell’attenzione (internazionale) anche per le inchieste della Magistratura che hanno interessato lo stesso sindaco (poi assolto), la gestione dei rifiuti (Cerroni sotto accusa) e i progetti degli appalti per il nuovo stadio della AS Roma (Parnasi a processo per un giro di mazzette su cui i giudici hanno indagato). La condizione della capitale – anche questo è un record – sta contribuendo in maniera determinante a logorare un partito di governo la cui emorragia di voti sta confluendo nella Lega e che si trova al centro delle accuse nazionali soprattutto a causa delle vicissitudini capitoline. Prossimo banco di prova, semmai ce ne fosse bisogno, le Europee del 2019.