Articolo pubblicato sulle pagine di http://www.orbisphera.org

Per San Francesco il Signore “non è più un Dio guerriero, ma il Dio sofferente, il Dio che patisce e compatisce il dolore dell’essere umano, ferito dalla mortalità”.
Lo ha detto lunedì 21 ottobre monsignor Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo, nel corso dell’omelia in apertura della 14.ma Congregazione generale del Sinodo speciale dei Vescovi per la Regione Panamazzonica.
L’Arcivescovo peruviano ha parlato del cammino spirituale di San Francesco, a cui il Papa ha affidato il Sinodo.
Il Santo di Assisi compone il suo Cantico delle Creature “dopo una notte trascorsa tra gli spasmi, provocati da un lato da un cancro alle ossa, che in pochi mesi lo porterà alla morte, dall’altro dalla sofferenza che gli hanno causato alcuni dei fratelli che Dio gli ha dato”.
È lì che nacque dal suo cuore la preghiera di lode: “Tu sei tenerezza, Tu sei bontà, Tu sei tutta la nostra gioia, Ammirevole, Altissimo Buon Signore…”.
Ha affermato il Prelato che in questo modo San Francesco “sostituisce la bellezza medievale, riservata solo ai potenti, con la bellezza degli ultimi, nel toccare e baciare il lebbroso”.
“Inebriato dall’incontro con il Dio della tenerezza – ha continuato mons. Cabrejos Vidarte – Francesco è pronto a lodare il Signore in ogni tempo”. Così “non ci sono nubi che possano oscurare la dignità della persona, prodigio di Dio; non ci sono nubi che offuschino il valore della vita, meraviglia di Dio; o nubi che minaccino il dono dei fratelli, che il perdono può far risplendere”.
“Sì, perché per Francesco – ha sottolineato l’Arcivescovo – la bellezza non è una questione di estetica, ma di amore, di fraternità a ogni costo, di grazia a ogni costo”.
Secondo mons. Cabrejos Vidarte, l’esperienza della totalità di Dio, della sua bontà in tutto, in tutte le cose, rappresenta per il Poverello “l’ampiezza e l’estensione della sua visione della realtà, che non può che includere tutto in Dio, e Dio in tutte le creature: in ogni opera loda il Creatore”.
“Tutto ciò che trova nelle creature – ha aggiunto – lo riferisce al Creatore. Esulta di gioia in tutte le opere uscite dalle mani del Signore e, attraverso questa visione gioiosa, intuisce la causa e la ragione che le vivifica”.
Ed ha concluso: “Nelle cose belle riconosce la Bellezza Somma, e da tutto ciò che per Francesco è buono sale il grido: Chi ci ha creati è infinitamente buono!”.