Sassoli: “Non dobbiamo fare gli errori del 2008”.

Discorso dinanzi al Consiglio europeo 26 marzo 2020

Signore e signori, sarebbe stato bello trovarsi oggi per discutere di una Conferenza sul Futuro dell’Europa. Siamo però chiamati a scrivere oggi insieme il vero futuro dell’Europa, a seguito di una pandemia che sta sconvolgendo il mondo. 

Sentiamo tutti il bisogno di passare dalla prudenza al coraggio e di mostrare la stessa determinazione di tutti coloro – medici, sanitari, volontari, lavoratori dei servizi essenziali – che sono in prima linea a salvare le vite dei nostri cittadini e a proteggere la nostra società. 

Dobbiamo dimostrare ai nostri cittadini che l’’Unione europea è la risposta a questa emergenza e alla crisi che ne conseguirà. Per questo è cruciale garantire la continuità operativa delle nostre istituzioni. Vi assicuro che il Parlamento europeo è più che mai in prima linea per garantire la sua funzione e l’esercizio del necessario controllo. 

La prima risposta deve chiaramente essere di tipo sanitario, incoraggiando una solidarietà concreta. Ma sappiamo per certo che il Covid19 innescherà una contrazione economica senza precedenti in un momento in cui l’economia europea si trovava già a far fronte, ancor prima dello scoppio della crisi, a una bassa crescita e a una inflazione eccessivamente contenuta. Non possiamo permettere che la grave crisi sanitaria che stiamo attraversando sfoci in una crisi finanziaria, economica, sociale e politica. 

L’urgenza e la natura esterna e asimmetrica della crisi impongono di pensare a uno strumento di medio e lungo periodo per rilanciare l’economia europea e proteggere l’occupazione e il nostro modello sociale. 

Abbiamo già visto sforzi importanti da parte delle istituzioni europee: il pacchetto varato dalla Commissione, che oggi è in votazione al Parlamento europeo; la decisione di sospendere il Patto di stabilità e di Crescita; la proposta della Commissione per un quadro temporaneo di misure per gli aiuti di Stato; l’iniziativa importante della Banca Centrale Europea di mettere in campo ogni sforzo per sostenere condizioni di finanziamento nell’area Euro; lo sforzo importante della Commissione per il coordinamento della gestione delle frontiere interne e garantire il transito essenziale delle persone del materiale sanitario e delle merci a difesa del mercato interno. 

Ci sembra importante che si lavori ad una opzione per un aumento di capitale della Banca Europeo per gli Investimenti, a sostegno soprattutto delle Piccole e Medie imprese, attualmente in grave sofferenza. 

Adesso però dobbiamo concentrarci su strumenti nuovi, sapendo che a situazione straordinaria devono corrispondere risposte altrettanto straordinarie. 

Ricordiamocelo anche quando riprenderemo il negoziato su MFF. 

Pensiamo quindi che, oltre a utilizzare misure esistenti – nate però in altri contesti e che quindi richiederanno un importante adattamento – occorre insieme lavorare a strumenti nuovi. 

Riteniamo, come molti di voi, che sia necessario lavorare a un meccanismo comune di debito, emesso da una istituzione europea, che ci consentirà di raccogliere fondi sul mercato alle stesse condizioni per tutti e di finanziare le politiche necessarie per rilanciare l’Unione dopo la pandemia. 

Nessuno deve tirarsi indietro. Tutti devono sentirsi impegnati a proteggere i nostri Paesi. Questa crisi rivelerà la nostra reale capacità di costruire il futuro dell’Europa oppure decreterà la sconfitta del progetto europeo C’è bisogno di leadership perché la sfida non terminerà con la fine dell’emergenza attuale. 

Dobbiamo iniziare subito a preparare la ricostruzione delle nostre economie e delle nostre società, nel senso di uno sviluppo sostenibile come definito dal nostro Green Deal. È essenziale quindi imparare la lezione di questa crisi. Il Parlamento è pronto a fare la sua parte. Non dobbiamo fare gli errori del 2008. Dovremmo cogliere questa opportunità per modernizzare la nostra economia, rendendola più verde e solidale. Dovremmo inoltre cogliere questa opportunità per modernizzare e umanizzare il nostro modello sociale. Riusciamo a portare avanti la nostra battaglia contro il coronavirus grazie ai nostri sistemi sanitari, ammettiamolo. Abbiamo giudicato positivamente il sostegno dato alla ricerca, ma ora sentiamo il bisogno di definire un governo europeo della ricerca. Come possiamo spiegare ai cittadini che – dopo la crisi della “Mucca pazza” – siamo molto più efficaci nel combattere le epidemie animali, di quelle che colpiscono le persone? Il Parlamento europeo ha dato prova di grande partecipazione in condizioni di strema difficoltà. Oggi hanno votato 687 deputati per adottare le misure varate dalla Commissione europea. Il Parlamento resterà aperto e speriamo di avere presto misure necessarie da votare. 

Il momento è grave e il Parlamento non starà a guardare. 

Siamo pronti a collaborare e ci attendiamo che, anche da parte vostra, ci sia un esercizio di autentica responsabilità e vengano indicazioni chiare, concrete. 

Non c’è tempo per ulteriori rinvii. 

Come nota positiva, mi compiaccio del fatto che l’importante questione dell’avvio dei negoziati di adesione con l’Albania e la Macedonia del Nord sia rimasta all’ordine del giorno odierno. Il Parlamento europeo sostiene pienamente l’avvio dei negoziati di adesione e la nuova metodologia. Ciò offrirà del tempo prezioso per motivare i leader e le popolazioni di questi paesi a compiere le riforme necessarie, anche se talvolta dolorose, per l’adesione.