Articolo pubblicato dall’Agenzia AGI a firma di B. Tedaldi e P. Molinari

Negozi chiusi alle 18, chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, stretta nella circolazione fra le Regioni, coprifuoco e scuole superiori in didattica a distanza, musei chiusi. Sono alcune delle proposte su cui si sta ragionando per i territori con un alto indice di contagio (Rt maggiore di1,5 e bassa resilienza sanitaria). Per il resto del territorio nazionale le misure restrittive sarebbero più light.

E’ questa l’ipotesi sul tavolo del governo, in vista della nuova stretta anti Covid che sarà contenuta in un nuovo dpcm i cui punti salienti saranno illustrati lunedì al Parlamento dal premier Giuseppe Conte.

Ipotesi emerse nel corso della riunione con regioni ed enti locali alla quale, assieme a governatori e sindaci, hanno partecipato anche il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia e il ministro della Salute, Roberto Speranza, e dopo il nuovo vertice tra il premier e i capidelegazione della maggioranza

Il tema principe è se proseguire nella gestione della crisi “differenziata” per singola regione o se dare una impronta nazionale alle misure da adottare.

Possibile slittamento a martedì della firma del dpcm

Il governo sta stringendo i bulloni e lavorando a ritmo serrato per varare il nuovo dpcm già nella serata di lunedì ma, a quanto si apprende, non è escluso che il varo del provvedimento possa slittare a martedì. L’ipotesi iniziale era di chiudere il pacchetto già a inizio settimana ma la complessità della decisione e le molte istanze di cui tenere conto da parte delle diverse istituzioni territoriali potrebbe richiedere qualche ora in più.

Franceschini: misure differenziate, più restrittive dove indice Rt supera 1,5

“Misure più forti nelle Regioni che hanno un indice Rt superiore a 1,5. Stiamo ragionando su questo meccanismo differenziato”. Lo ha detto il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e capodelegazione Pd al governo Dario Franceschini, che annuncia la prossima chiusura dei musei.

Linea nazionale o autonomia delle Regioni?

La base dalla quale si parte, come ha ricordato Boccia, è “il documento dell’Istituto Superiore di Sanità e il sistema di monitoraggio” che governo e regioni hanno condiviso con il comitato tecnico scientifico e che contempla una “serie di ipotesi che devono scattare automaticamente. Se l’indice di trasmissione supera un certo livello – oggi ci sono 11 Regioni oltre 1,5 e 2 regioni oltre 2 – allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico”.

Per questo, ha sottolineato il ministro “non si deve prendere una decisione univoca sulla scuola, ma deve dipendere dall’indice di trasmissione in ogni singola regione”.

Il nodo scuola

I governatori, con il presidente della Conferenza delle regioni, hanno spiegato che “più ci sono misure nazionali più è possibile dare un senso di uniformità” all’azione contro la pandemia.

Inoltre, ha aggiunto Bonaccini, misure di carattere nazionale “sarebbero piu facili da spiegare al Paese, anche perché la situazione è diffusa in tutto il territorio. Meglio qualche misura più restrittiva oggi, per evitare di intervenire ogni settimana”, ha poi sottolineato.

Una posizione che, seppur con declinazioni diverse, trova concordi tutti i governatori. Dalle Regioni, infatti, si sottolinea che a differenza di marzo, quando la pandemia colpiva più duramente al Nord che nel resto d’Italia, oggi la curva del contagio è pressoché omogenea in tutto il Paese. Da qui la richiesta di interventi di carattere nazionale.

Dalle Regioni sono arrivate al governo proposte di interventi quali, ad esempio, la chiusura dei centri commerciali e il blocco della circolazione alle ore 18. In alcuni casi, si e’ parlato anche della possibilità di interventi ad hoc su alcune fasce sociali, come gli anziani over 70 ai quali si potrebbe “raccomandare” di non uscire di casa.

Una stretta viene chiesta dai governatori anche alle slot machine presenti nelle tabaccherie e che, con la chiusura delle sale bingo, favoriscono gli assembramenti in spazi chiusi.

Il pressing sui medici di base

Da alcuni governatori della Lega come Fedriga e Fontana, è arrivata anche la richiesta pressante perché si “obblighino i medici di base a fare tamponi e a curare i pazienti in casa”, richiesta rilanciata oggi anche dal segretario leghista, Matteo Salvini.

“Il governo nazionale è al vostro fianco per eventuali ulteriori restrizioni condivise a partire dalla mobilità regionale e possiamo decidere di adottare ulteriori misure, ma ogni presidente di regione può intervenire in base alle esigenze e criticità del proprio territorio”, assicura il ministro Boccia confermando che “le regioni che singolarmente chiudono alcune attività o riducono gli orari in base all’attuazione del piano condiviso sull’andamento epidemiologico” avranno dal governo “ogni forma di sostegno”.

Oggi si torna al tavolo

Proposte che torneranno sul tavolo del governo lunedì mattina, quando ministri e governatori si rivedranno, alle 9, pr tirare le somme. Il ministro Speranza ha infatti sottolineato che “in queste 48 ore costruiamo insieme il Dpcm su due orizzonti: misure nazionali; misure territoriali. Sul primo punto è vigente ultimo Dpcm, possiamo anche alzare asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento”.

Le indiscrezioni sulle possibili nuove misure restrittive, circolate dopo gli incontri a palazzo Chigi, hanno spinto i governatori a precisare e, per qualche verso, smentire. “Ampi passaggi della interlocuzione dei Presidenti delle Regioni sono stati decontestualizzati, estrapolati, in qualche caso anche travisati, e pubblicati da alcune agenzie di stampa, creando le condizioni per un disorientamento dell’opinione pubblica e non certo quelle per una informazione aderente ai fatti”, si legge in una nota della Conferenza delle Regioni

“Si è tenuto un incontro in video conferenza, convocato dal Governo, fra il Ministro Boccia, il Ministro Speranza, i rappresentanti delle associazioni degli enti locali e i Presidenti delle Regioni” ricorda la nota. “L’incontro, di carattere riservato, aveva lo scopo di condividere dati e portare avanti un ragionamento comune fra i diversi livelli istituzionali della Repubblica in vista di provvedimenti ulteriori per fronteggiare e contrastare il diffondersi della pandemia”.

Pd striglia governatori, federalisti quando le cose migliorano

“Sono federalisti quando le cose migliorano. Centralisti quando peggiorano. Spero almeno che non attacchino le misure adottate dal governo su loro richiesta mezz’ora dopo che sono state adottate”, dice il vicesegretario Pd Andrea Orlando.

Iv dice no alla chiusura dei negozi alle 18

“Chiudere i negozi alle 18 produrrebbe solo maggiore intasamento, e dunque maggiori rischi per i lavoratori e i clienti, esattamente quello che va scongiurato”, avrebbe osservato durante la riunione a palazzo Chigi la Ministra Teresa Bellanova, capodelegazione di Italia viva.

Oggi Conte in Parlamento, voto su risoluzioni

Lunedì, dopo il nuovo giro di incontri, alle 12 il premier parlerà nell’Aula della Camera. Il premier illustrerà le possibili nuove misure anti Covid. A seguire si svolgerà il dibattito e, quindi, il voto sulle risoluzioni. Alle 17 Conte si sposterà al Senato. Anche a palazzo Madama è previsto il voto dopo l’intervento del presidente del Consiglio.