Sfiduciati, desiderosi di espatriare: i giovani turchi contro Erdogan.

Secondo la ricerca dell’ente tedesco Kas il 73% degli interpellati (fra 18 e 25 anni) vorrebbe espatriare avendone l’opportunità. Il 48% non nutri alcuna fiducia nel presidente. Scarsissima fiducia nei politici, nei partiti e nella stampa. Oltre il 90% favorevole alle relazioni prematrimoniali, l’80% per la parità fra sessi. 

AsiaNews

Pessimismo pensando al futuro, voglia di fuggire all’estero e profonda sfiducia nella leadership del Paese, anche e soprattutto nel presidente Recep Tayyip Erdogan. È il ritratto emerso dal “Rapporto 2021 sui giovani in Turchia”, pubblicato in questi giorni dagli esperti dell’istituto tedesco Konrad-Adenauer-Stiftung (Kas), fondato a Bonn nel 1955. Un quadro che solleva più di un allarme per la leadership di Ankara: circa il 73% dei rispondenti ha infatti dichiarato di voler vivere all’estero avendone l’opportunità; il 48% dice di “non avere alcuna fiducia” nel capo dello Stato da due decenni al potere.

Lo studio prende in esame dati sugli atteggiamenti, le opinioni, le aspettative, le preferenze e le composizioni di ragazzi e ragazze, che mostrano in linea generale una “prospettiva pessimistica” in un quadro di “insoddisfazione e frustrazione”. I rispondenti interpellati dal Kas hanno un’età fra i 18 e i 25 anni, circa sette milioni sul totale di oltre 84 milioni che costituiscono la popolazione complessiva del Paese; oltre 100 le domande, fatte in presenza a 3.243 giovani sparsi in 28 province. Fra i temi affrontati la politica locale e internazionale, attivismo e preferenze culturali, religiose e sociali. 

Per quanto riguarda la classe dirigente, il 48% afferma di non nutrire “alcuna fiducia” in Erdogan; sommati a quelli che “non credono” in lui, il dato sugli scontenti a vari livelli tocca quota 58,5%. Alla domanda sul leader politico preferito, il 20,1% (il dato più elevato) risponde “nessuno”; al secondo posto il presidente con il 16,8% delle preferenze. Inoltre, la grande maggioranza (80,4% dei rispondenti) critica le politiche governative in tema di rifugiati e chiede che siano cambiate e oltre la metà (56,8%) vuole che i profughi siriani siano rimpatriati. 

Per quanto riguarda il futuro, le previsioni inducono al pessimismo: il 62,8% degli interpellati dicono di non vedere “bene” la Turchia, mentre il 35,2% dice di essere “completamente sfiduciato” sulle prospettive della nazione. A destare preoccupazione l’economia, l’inflazione e la possibilità di realizzazione a livello personale. “Una maggioranza significativa, pari al 72,9%, per questo afferma di voler vivere in un altro Paese, avendone la possibilità”. Non vi è fiducia nei politici (solo 3,7%), nei partiti politici (4,4%) e giornalisti (6,9%), mentre gli scienziati (70,3%) e l’esercito (61,8%) godono di maggiore stima. Poca stima e consenso anche attorno alla presidenza (19,4%) e sistema giudiziario (11,9%). 

La stragrande maggioranza (80%) ritiene che donne e uomini siano uguali; per il 92,3%, le relazioni prematrimoniali – fra uomini e donne – sono un fatto normale, a conferma di una gioventù piuttosto liberale e aperta. La famiglia (96,6%) e gli amici (82,9%) sono le istituzioni e gli elementi più importanti per gli interpellati, nel novero di una società composta da giovani nazionalisti, che considerano simboli come la bandiera (89,7%), l’istituzione repubblicana (87,4%) e l’essere turco (71,6%) come elementi preponderanti. Essere musulmani per il 70,5% è molto importante, sebbene il dato relativo a quanti dicono di considerarsi devoti è pari al 29,8%, mentre quanti affermano di credere in Dio, ma non si considerano devoti sono il 56,9%.