Solo se saremo uniti saremo forti. Quel che serve,  conoscendo gli attuali ostacoli, alla rimobilitazione dell’area di centro.

L’analisi qui esposta parte dal confronto tra partiti, movimenti e gruppi che orbitano, ancora in questa fase, nell’area di centro destra. L’autore insiste, da tempo, sulla rivisitazione di indirizzi e programmi politici, con l’obiettivo di rompere le pluriennali resistenze a riprendere un cammino comune, evidentemente su una linea nuova. 

È numerosa la schiera degli amici alla ricerca del centro perduto, considerato da tutti il luogo della politica privilegiato per rappresentare gli interessi e i valori del terzo stato produttivo e dei ceti popolari. A riguardo, nel mio archivio elettronico ho raccolto oltre 180 testimonianze, tra le quali le più numerose sono quelle della nostra area cattolico democratica e cristiano sociale. Ciascuna è meritevole di interesse e di attenzione anche se, non conoscendo quale sarà, alla fine, la legge elettorale che sarà adottata, è evidente come ognuna di esse, da sola, non sia in grado di garantire alcuna traduzione degli obiettivi prefissati sul piano politico istituzionale. Interesse e attenzione, ovviamente, in primis per la mia Dc, per la rinascita politica della quale mi sono battuto sin dal 2011; ma che, rispetto a essa, ora vivo una condizione di “osservatore non partecipante” in quanto, dopo dieci anni di impegno costante, permangono e, anzi, si sono moltiplicate, le divisioni, con una diffusa germinazione di sigle e simboli alla ricerca del glorioso scudo crociato, tuttora nella disponibilità elettorale e come rendita di posizione del trio Udc: Cesa-De Poli-Saccone. 

I buoni risultati elettorali nei comuni siciliani con il ritorno alla politica dell’amico Totò Cuffaro, sono un ottimo segnale, ancorché insufficiente a garantire una sicura prospettiva in vista delle prossime elezioni politiche sul piano nazionale. Anche l’esperienza della Federazione Popolare Dc avviata con l’amico Peppino Gargani, non è riuscita a sfociare nella formazione di quel “soggetto politico nuovo” che insieme all’amico Alberto Alessi avevamo indicato come soluzione compatibile, in attesa delle decisioni sempre promesse e mai attuate di Cesa e dell’Udc. È mancata alla Federazione, da un lato, l’accettazione reale del progetto da parte dell’Udc che, alla fine, ha confermato la sua ferma appartenenza al centro destra a guida prevalentemente leghista; una partecipazione ridotta a un ruolo subordinato e di mera sopravvivenza del trio; e dall’altro, il mancato convinto coinvolgimento della Dc di Grassi, più interessata a una riconferma del proprio ruolo di unica legittima continuità giuridica della Dc storica. Infine, non ha contribuito il tentativo intelligente, seppur tutto da verificare, dell’amico Rotondi con la sua intuizione di Verde Popolare, ossia il tentativo di coinvolgere in un nuovo movimento/lista/partito espressioni di area cattolica con quelle dei verdi, unite dai valori espressi dalla Laudato si’ di Papa Francesco: i temi strategici del nostro tempo in materia di clima e ambiente.  Anche il tentativo di  Clemente Mastella con il suo “Noi di Centro”, sconta il limite della riproposizione di un modello di partito di tipo personalistico assai lontano dalla nostra tradizione democratica popolare.

Con l’incontro di dell’altro ieri del direttivo della Federazione Popolare si è preso atto delle criticità esistenti e con l’amico Gargani si è condivisa l’idea di partire dalle realtà locali e regionali per verificare le concrete possibilità esistenti in ordine all’attivazione di un raggruppamento al centro di componenti politico culturali di area cattolico democratica e cristiano sociale, con quelle di area liberale e riformista. Un centro, dunque, ampio plurale e democratico, a guida collegiale, capace di rappresentare gli interessi e i valori di larga parte di quell’area elettorale da troppo tempo renitente al voto.

Le esperienze positive sperimentate in diversi comuni della Campania nelle recenti elezioni amministrative, come a Napoli, Salerno e Benevento, con risultati attorno al 5% di liste unitarie di centro, dimostrano che, partendo dal locale, con una visione forte sul piano più generale, possano nascere aggregazioni politiche insieme alle quali costruire un’assemblea costituente nazionale di un soggetto politico nuovo di centro, finalmente denominato come “Popolare, Liberale, Riformista”, capace di rappresentare una nuova credibile realtà della politica italiana. Non un partito di qualcuno, ma un partito a guida democratica e collegiale, rappresentativo di tutte le istanze proprie di un nuovo centro italiano. Si è anche evidenziata la necessità che questo soggetto politico nuovo, partendo dalle realtà locali, raccogliendo le indicazioni di programma a misura dei bisogni esistenti, sia guidato da una rinnovata classe dirigente alla quale si potranno affiancare quei “consiglieri anziani” in grado di offrire le loro migliori competenze. 

La presenza al direttivo della Federazione, convocato da Gargani, dell’amico Gianfranco Rotondi, lascia ben sperare che, alla fine, anche la sua bella iniziativa possa incontrarsi con quella che la Federazione Popolare Dc intende sviluppare nelle diverse realtà locali. È un invito questo rivolto anche agli amici di Insieme, di Rete Bianca e di Centro democratico, nella convinzione che, ancora una volta, solo se “saremo uniti saremo forti, e se saremo forti, saremo liberi” di portare avanti nelle sedi istituzionali le nostre proposte politiche.