La pellicola del regista giapponese, morto nel 2010, suscita il vivo apprezzamento di Padre Vezzani. In conclusione, lo definisce “un film adatto a questo tempo natalizio”

 

Leonardo Vezzani S.I.

Tokyo Godfathers è un film di animazione del 2003 diretto da Satoshi Kon, pubblicato su Netflix in questo tempo di Natale, e racconta di tre persone senza dimora: Hana, una donna transessuale, Gin, un alcolizzato, e Miyuki, una ragazzina scappata di casa. I tre vivono insieme in una baracca nella periferia di Tokyo e in un certo modo vivono tutte le dinamiche di una famiglia.


La notte di Natale i tre protagonisti, durante una delle tante discussioni, trovano una neonata che piange dietro a un cumulo di immondizia. Se per Hana quello è un dono del cielo, il coronamento del suo desiderio di diventare madre, per gli altri due la bambina è un problema di cui sbarazzarsi portandola alla polizia. Dopo diverse tensioni riescono a trovare un accordo: è necessario ritrovare i genitori, e ci penseranno loro a farlo.


Seguendo i vari indizi che si sono lasciati dietro i presunti genitori, i tre compagni di viaggio si ritroveranno a fare i conti con la loro vita precedente. Ognuno di loro ha una ferita aperta con la quale non erano riusciti a riconciliarsi, e il lasciare tutto per vivere per strada è stato l’unico modo attraverso cui, a suo tempo, sono stati capaci di affrontarla. L’arrivo della neonata li smuove e scatena tutta una serie di coincidenze: per caso Hana ritorna nel locale in cui ha lavorato da giovane e in cui ha conosciuto l’amore; per caso Gin ritrova una persona amata che non aveva il coraggio di cercare; per caso Miyuki ha un’opportunità di riconciliazione con il suo passato.


Questa strana e disfunzionale famiglia nel frattemmpo attraversa tutto l’underground di Tokyo, intrecciando la sua vita con la mafia giapponese, con il mondo dell’immigrazione clandestina e dell’emarginazione sociale, e facendo esperienza di come, nelle vite piegate dalle fatiche e dal dolore, possa esserci ancora spazio per la tenerezza.


La piccola Kiyoko è la protagonista indiscussa di questa storia. La neonata, nella sua impotenza, ha la forza di ribaltare le esistenze di tutti quelli che hanno a che fare con lei. Quasi come se le vite di tutti stessero aspettando qualcuno che rompesse gli equilibri precari del presente e desse la forza di guardare con occhi riconciliati al proprio passato. Insomma, è un film adatto a questo tempo natalizio.