Torna la questione del proporzionale. Dopo la conferma di Mattarella occorre dare all’Italia un rinnovato sistema politico.

Emerge in modo chiaro e netto che il ritorno di un sano e legittimo sistema elettorale proporzionale è oggi l’unica condizione per ridare credibilità alla politica, trasparenza degli atteggiamenti politici e un minimo di coerenza di ciò che predicano e di ciò che poi praticano i singoli partiti.

Non tutto vien per nuocere. È un vecchio proverbio ma è sempre attuale e convincente. L’incredibile e paradossale scenario a cui abbiamo assistito in questi giorni per l’elezione del Presidente della Repubblica ci ha portato ad alcune conclusioni che sono sotto gli occhi di tutti. Osservatori, esperti del settore e cittadini comuni. Uno su tutti, e credo il più importante. Ovvero, la fine irreversibile e senza ulteriori ipocrisie degli schieramenti politici che abbiamo conosciuto sino ad oggi. E con il tramonto degli schieramenti, la fine del sistema elettorale che li ha giustificati, cioè il sistema maggioritario.

Ecco perchè, d’ora in poi – e cioè dopo questa inguardabile e quasi incommentabile sceneggiata – il sistema proporzionale si staglia all’orizzonte. Partiamo dal centro destra. Ci sono tre partiti che, ormai, hanno tre strategie politiche diverse. Chi ha una maggior attitudine alla cultura di governo, cioè Forza Italia; chi coltiva con maggior interesse di stare all’opposizione perchè hanno una storica cultura di opposizione, cioè i Fratelli d’Italia; e c’è chi sta in mezzo a due fuochi perchè non rinuncia nè al governo e nè all’opposizione, cioè la Lega di Salvini. Come faccia questa coalizione a puntare sul maggioritario resta, francamente, un mistero della fede.

Nel campo della sinistra resta il massimalismo della sinistra con l’alleanza con un partito, i populisti dei 5 stelle, che non si sa più quante strategie hanno al loro interno. Ovvero, ognuno corre per sè e non si sa neanche più chi esercita la leadership in quel partito. Più che un partito è un grande movimento diviso in fazioni, bande e pseudo capi che coltivano strategie diverse e opposte fra di loro. Anche su questo versante, conservare il maggioritario più che una strategia a lungo termine è una bestemmia politica.

E poi c’è la galassia centrista che finalmente si riorganizza e si ricompatta attorno ad un disegno politico che proprio dopo questo fallimento della politica nel suo complesso riemerge in tutta la sua corposità. Ovvero, il decollo di un partito di centro che sappia declinare concretamente ed autenticamente una “politica di centro”. Elementi che sino ad oggi sono clamorosamente scomparsi dall’orizzonte politico perchè sacrificati sull’altare del dio maggioritario da un lato e di un finto bipolarismo dall’altro. Un bipolarismo più orientato all’annientamento del nemico che alla satireggiai del confronto e del dialogo. Una sorta di logica degli “opposti estremismi” poco compatibile con una normale e fisiologica democrazia dell’alternanza. E anche su questo versante il sistema maggioritario non può che essere un ostacolo da liquidare al più presto.

Ma, al di là di questi giudizi politici che non sono opinioni ma una semplice fotografia – peraltro oggettiva e quindi poco discutibile – emerge in modo chiaro e netto che il ritorno di un sano e legittimo sistema elettorale proporzionale è oggi l’unica condizione per ridare credibilità alla politica, trasparenza degli atteggiamenti politici e un minimo di coerenza di ciò che predicano e di ciò che poi praticano i singoli partiti. Un sistema proporzionale che adesso, semplicemente, si impone. Per il bene della democrazia, per la credibilità del sistema politico e anche per la salute e una ritrovata identità politica e culturale dei singoli partiti presenti sullo scenario politico nazionale.