Un GreenPass  per arrivare a domani

 

Non è uno strumento punitivo creato a danno di chi non vuole vaccinarsi, ma il contrario: in virtù del GreenPass, infatti, chi non si vaccina può liberamente mantenere la sua opzione e avere una vita sociale. L’autore ribadisce la fiducia nella scelta pro-vaccini: in pratica è una risposta, la sua, anche alla recente Dichiarazione dellOsservatorio Card. Van Thuân (“I fatti di Trieste e il sistema GreenPass”).

 

Giorgio Provinciali

 

Quello di Trieste non è stato uno sciopero e non ha seguito le regole e le modalità in cui uno sciopero viene annunciato, messo in atto e in cui si conclude. Non ha riguardato neppure una categoria di persone, non ha avuto rappresentanze sindacali: è stata una protesta, solo di alcune persone, che si è sentita “libera” in questo modo di provocare gravi danni al lavoro degli altri e potenzialmente anche alla Salute Pubblica.

 

Il GreenPass, bisogna metterselo nella testa tutti quanti, non è uno strumento punitivo creato a danno di chi non vuole vaccinarsi ma il contrario: è lo strumento (che altri Paesi non hanno saputo darsi e i risultati si vedono) con cui proprio chi non si vaccina può liberamente mantenere la sua scelta e avere una vita sociale limitando al minimo la probabilità danneggiare il prossimo a causa delle sue “scelte”.

 

Io sono da sempre abituato a ragionare con i numeri: statisticamente un vaccinato ha probabilità quasi zero di finire in intensiva. Un non vaccinato ha invece statisticamente probabilità molto ma molto alte non solo di finirci ma anche di farci finire qualcun altro (che invece della sua “scelta” non condivideva magari nulla).

 

Con il GreenPass si può tenere monitorata questa statistica creando le basi probabilistiche per una casistica d’incidenza di rischio molto, molto bassa.

 

Non è affatto poco.

 

È il motivo per cui noi fondamentalmente stiamo vivendo una situazione di quasi normalità, mentre laddove si è adottato il “liberi tutti” ora le terapie intensive sono intasate.

 

Mi rendo conto che, da che mondo è mondo, certe scelte siano impopolari ma la Storia insegna che chi ha avuto il coraggio di saper guardare oltre e intraprenderle, alla fine dei conti è sempre stato premiato.

 

Su questo genere di proteste il Governo a mio giudizio fa molto bene a toccare immediatamente il tempo, segnando una linea di demarcazione netta tra ciò che è lecito e consentito fare e ciò che invece deborda e sconfina in altri tipi di forme di protesta.

 

Mi trova molto d’accordo la linea Draghi, e cioè la difesa costante di una prospettiva di rigore.

 

Non è da tutti intraprendere scelte impopolari ma lungimiranti e farle anche rispettare: un valore aggiunto che fa la differenza e che abbiamo il dovere di apprezzare.