In base al rapporto di collaborazione tra le due testate, Il Domani d’Italia e Orbisphera, pubblichiamo il testo integrale dell’editoriale di Antonio Gaspari, direttore di Orbisphera.

Il più grande piano di sviluppo nella storia dell’Italia e dell’Europa. Un’occasione unica al di là di ogni immaginazione. Un processo di crescita che trasformerà l’Italia e che permetterà di segnare una svolta decisiva su problemi atavici, quali il sottosviluppo del Sud, la crescita dell’occupazione giovanile e femminile, il sostegno alle famiglie, l’assistenza ai disabili e alle persone non autosufficienti…
Un Piano che prevede uno sviluppo infrastrutturale mai visto nell’alta velocità, porti, strade, energia, turismo, ambiente, formazione e reti telematiche.
E a tutto ciò si accompagnerà un programma di riforme epocali nella Giustizia e nella Pubblica Amministrazione.
Nel suo intervento del 26 aprile alla Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato: «Sono certo che riusciremo ad attuare questo Piano. Sono certo che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità e gli interessi costituiti.
Questa certezza non è sconsiderato ottimismo, ma fiducia negli Italiani, nel mio popolo, nella nostra capacità di lavorare insieme quando l’emergenza ci chiama alla solidarietà, alla responsabilità.
È con la fiducia che questo appello allo spirito repubblicano verrà ascoltato, e che si tradurrà nella costruzione del nostro futuro, che presento oggi questo Piano al Parlamento».
Draghi conosce bene le modalità di utilizzo del denaro per far crescere l’economia reale, ma nel suo intervento alla Camera ha dimostrato anche una chiara consapevolezza sulla necessità di valorizzare al massimo il capitale umano e sociale, e soprattutto di evitare che i 248 miliardi del “Recovery Plan” finiscano nelle tasche di corruttori e interessi speculativi.
Citando Alcide De Gasperi, Draghi ha continuato: «“L’opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini – oggi diremmo delle persone – disinteressati, pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune”. A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani».
«Non è dunque solo una questione di reddito, lavoro, benessere – ha sottolineato il Presidente del Consiglio –, ma anche di valori civili, di sentimenti della nostra comunità nazionale che nessun numero, nessuna tabella potranno mai rappresentare».
«Con una prospettiva più di medio lungo termine – ha aggiunto Draghi – il Piano affronta alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico. Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica».
In questo ambito – ha precisato il Presidente del Consiglio – l’incremento complessivo del PIL del Mezzogiorno negli anni 2021-2026 sarà pari a quasi 1,5 volte l’aumento del PIL nazionale. L’obiettivo è rendere il Mezzogiorno un luogo di attrazione di capitali privati e di imprese innovative.
Il Piano è articolato in progetti di investimento e riforme.
«L’accento sulle riforme è fondamentale», ha affermato Draghi. «Queste non solo consentono di dare efficacia e rapida attuazione agli stessi investimenti, ma anche di superare le debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti, soprattutto per i giovani e le donne. L’accelerazione della crescita può essere superiore a quanto riportato nel Piano se riusciamo ad attuare riforme efficaci e mirate a migliorare la competitività della nostra economia».
A questo proposito – ha spiegato il Presidente del Consiglio – «il Piano vuole impegnare Governo e Parlamento a una continuativa e sistematica opera di abrogazione e modifica delle norme che frenano la concorrenza, creano rendite di posizione e incidono negativamente sul benessere dei cittadini.
Questi principi sono essenziali per la buona riuscita del Piano: dobbiamo impedire che i fondi che ci accingiamo a investire finiscano soltanto ai monopolisti».