Un vascello in avaria

E ora che Forza Italia nazionale si sta inesorabilmente avviando verso la dissoluzione, tanta gente volta le spalle a Silvio Berlusconi, fugge alla ricerca di nuovi protettori e benefattori inesistenti. Il leader massimo è stato tradito da chiunque e, Forza Italia, a furia di scossoni, è andata a puttane.

 

Il desolante scenario a cui assistiamo quotidianamente è deleterio, non passa giorno che la confusione regni sovrana, nessuno, neanche il capo supremo, è più nella condizione di dettare una seppur minima linea politica e una strategia per una impossibile ripresa del partito. C’è solo confusione legata alla disperazione assoluta per la consapevolezza che ormai non c’è più nulla da fare: Forza Italia è come fosse un malato terminale ricoverato all’hospice.

 

Tutto questo era prevedibile. Forza Italia è nel panorama nazionale una realtà anomala e non rinviabile alla classica dimensione dei partiti nei regimi democratici. Ci sono pochi casi nel mondo democratico simile a quello rappresentato da Forza Italia. In breve Forza Italia ha una struttura a carattere medioevale, potremo dire antecedente alla rivoluzione Francese.

 

Cè uno che comanda per opera divina – in questo caso ad opera del denaro – e a piramide, secondo il volere del monarca, sono stabilite le figure sottostanti. I coordinatori regionali sono nominati, i candidati al Parlamento sono designati dal capo, insomma una struttura rigida dove c’è il Duca, il valvassore, il valvassino, etc. etc..

 

Come abbiamo detto la differenza e sempre relativa ad un assoluto, che nel medio evo era Dio e che dal ’93 a oggi è il denaro.

 

Fino a quando il vento è soffiato a vantaggio, si tratta di 25-26 anni, il vascello andava, adesso che l’ammiraglio sembra aver perso la grinta e lo charme, i sottoposti avvertono un terribile smarrimento e puntano lo sguardo su altre opportunità. Questo processo era inevitabile, anche perché Berlusconi come tutti i santi uomini, anche lui invecchia e l’intero potere secondo quello schema cristallizzato, subisce una rapida trasformazione crollando come crollano tutti i cristalli non appena tocchi il loro punto debole.

 

La valanga non ha occhi e scende precipitosa su ogni valle. Da noi, in Friuli Venezia Giulia, sta capitando quello che capita in ogni parte del Paese. Lo spaesamento è palpabile e la paura corre frenetica tra i rappresentanti locali.

 

Ai tempi brillanti, seguono inevitabilmente, periodi opachi per poi giungere all’oscurità.

 

Se pensate ai gloriosi partiti che per quasi 50 anni hanno retto le sorti dell’Italia, strutturati secondo modalità democratiche: comandava chi vinceva il congresso, sono anche essi completamente spariti. La DC, il PCI, il PSI, il PRI, il MSI, il PLI e il PSDI, tutti ormai nel ventre della storia. Adesso, quel processo sta interessando qualcun altro.

 

Dove si collocheranno i tranfughi? Dove finiranno? Chi li ospiterà? È probabile che si direzionino in buona parte su FdI e Lega. Però, il partito di Berlusconi raccoglieva fette di moderati, quella borghesia collocabile al centro e si troveranno sicuramente a respirare un’aria non adatta ai propri polmoni, se dovessero approdare a quelle due sponde.

 

Più volte sono andato scrivendo che in questa Italia servirebbe un contenitore democratico in grado di collocarsi nel centro delle due ali estreme per offrire un panorama politico meno acerbo e più equilibrato.

 

La fine di Forza Italia dovrebbe pizzicare la fantasia di chi intenda non arrendersi al destino estremo che oggi regge le sorti del Paese.