Mi sembra che la nostra preoccupazione principale debba essere quella di rafforzare la democrazia nel nostro Paese e per ottenere questo obiettivo di carattere politico culturale dobbiamo preoccuparci piuttosto del problema della partecipazione dei cittadini alla vita politica. Problema che in primo luogo è quello della formazione, del dialogo a tutti i livelli.

A principiare dalla formazione-autoformazione delle più giovani generazioni fin dalla più tenera età. I più anziani, quelli in età di poter essere, al di là del dato biologico, nonni/nonne e padri/madri, debbono sentire ed essere verso i più giovani, fin dalla più tenera età, gli educatori alla socialità, alla partecipazione alla vita della comunità, a partire dalla famiglia e via via a tutte le forme di vita di relazione, di “insieme”. Lasciamo perdere ogni programma di impegno politologico.

Questo tipo di impegno, se necessario, sarà sempre successivo. Verrà sempre dall’esperienza, dalla necessità di risolvere i problemi veri, vivi che emergono dalla vita. Non perdiamoci appresso alle progettazioni di riforma delle istituzioni dettate unicamente da nostre riflessioni razionali, prive di ogni riferimento a necessità storiche reali. Troppi errori abbiamo commesso nel recente passato inseguendo disegni di riforma delle istituzioni che si sono rivelatì puramente astratti e che hanno lasciato danni notevoli alla nostra convivenza civile. La nostra Carta Costituzionale, con tutte le sue imperfezioni, si è rivelata più solida di ogni nostro tentativo di miglioramento. Ricordiamoci sempre, come ci insegna papa Francesco, che prima vengono i fatti, gli eventi della vita, cioè la storia, e poi vengono le idee, cioè le nostre riflessioni sui fatti stessi.

A partire dalle idee prescindendo dai fatti, dagli eventi, si rischia sempre di inseguire astrazioni parto della nostra mente. Educare dunque i giovani alla vita di relazione è il nostro impegno primario. A seguire debbono andare i nostri sforzi per rendere vive, robuste le attuali istituzioni della nostra democrazia in attuazione della vigente Carta Costituzionale: in primis i partiti politici, i sindacati e le leggi elettorali.