UNA PROPOSTA DI PROGRAMMA “ELEMENTARE” PER IL NUOVO GOVERNO: IL RIPRISTINO DELLA LEGGE BANCARIA DEL 1936. 

Se i derivati possono essere annullati, liberando i Comuni – come dice la sentenza dell’Alta Corte di Londra – da un fardello pesante e ingiusto, vuol dire che l’azione della Magistratura può spingere verso la “liberazione” da un sistema bancario a sfondo altamente speculativo. Tornare a distinguere tra credito al consumo e credito a lungo termine, finalizzato agli investimenti, varrebbe una rivoluzione nella misura in cui gli istituti finanziari non avrebbero più titolo a mischiare le carte. Come fare? Semplice, basterebbe cancellare la formula della banca universale tornando a una vecchia e tuttavia fondamentale normativa introdotta negli anni ‘30 a seguito del crollo di Wall Strett nel ‘29. In Italia quella disciplina bancaria ha retto, con Carli e la Dc, fino al 1992.

Importante sentenza dell’Alta Corte di Londra per il comune di Venezia: i derivati comprati da Dexia Crediop e INTESA sono nulli e inapplicabili. Con questa sentenza l’amministrazione è legittimata a sospendere i pagamenti dei differenziali futuri a favore delle banche. Considerati gli attuali tassi di interesse, si tratta di un risparmio di circa 30 milioni di euro. Inoltre otterrà la restituzione delle somme versate dalla data di sottoscrizione dei contratti. Una sentenza decisiva per molti altri comuni italiani. Ricorderò che il solo Comune di Torino ha sottoscritto 21 derivati quando sindaco nel 2001 era l’On. Piero Fassino.

L’amico Alessandro Govoni, già CTU del Tribunale di Cremona in materia bancaria e finanziaria, interpellato nel merito, mi ha scritto quanto segue: “Secondo un rapporto della Guardia di Finanza 900 Comuni italiani su 6000, 45 Province su 90, e 12 Regioni su 21, hanno sottoscritto derivati sul tasso come quelli sottoscritti dal Comune di Venezia, che la Corte di Londra ha finalmente sancito che debba essere risarcito di tutte le perdite arrecate e che nulla più deve sui flussi futuri. Tutti questi derivati fatti sottoscrivere agli Enti italiani sono delle truffe perché  riportano un algoritmo nascosto tra le righe del contratto per cui ogni 6 mesi la banca d’affari incassa il tasso (Euribor+spread), mentre il Comune vi è scritto che incassa solo l’Euribor, perdendoci il Comune ogni 6 mesi lo spread  in genere del 2% calcolato sul mutuo sottostante.  In media  i mutui sottoscritti dai Comuni ammontano a 350 milioni di euro, ciò significa che ogni 6 mesi agli Enti locali italiani sono stati prelevati dal conto corrente 7 milioni di euro, dal 2001 ad oggi. I contratti derivati hanno la durata  del mutuo sottostante in genere 30 anni. 

Scrive ancora Govoni: “È necessario che il governo emetta un decreto che imponga ai Sindaci e ai Governatori, i cui Enti hanno sottoscritto derivati, di procedere sia in sede civile che penale, nonché un decreto che autorizzi alla Magistratura italiana di procedere d’ufficio contro le banche d’ affari per dichiarare truffa contrattuale tutti questi derivati che incorporano già una perdita certa alla stipula per l’Ente locale italiano”. E continua: “Si rammenta che tutte queste banche d’affari – Dexia Crediop, Nomura, Morgan Stanley – appartengono ai fondi delle grandi famiglie luterane tedesco orientali Rothshild e Rockfeller. I luterani tedesco orientali pensano che l’uomo non possa essere giudicato dall’uomo, ma solo da Dio, ma poiché sono atei,  pensano che nessuno li possa giudicare in terra, pertanto si sentono liberi di truffare, manipolare, usurare fino ad eliminare fisicamente chi si frappone ai loro interessi. I Rothshild e i Rockfeller, proprietari della IG Farben, che era proprietaria dei campi di sterminio, eliminarono gli ebrei perché gli ebrei avevano scoperto la cura dei tumori biologica nutrizionale che andava contro agli interessi della IG Farben, unica produttrice mondiale di preparati chemioterapici, su cui la IG Farben guadagnava e guadagna ancora oggi con Bayer/BASF, Pzifer 80 volte i suoi costi di produzione, mentre sulla cura dei tumori con terapia biologica nutrizionale i Rothshild  e i Rockfeller non avrebbero guadagnato nulla perché non brevettabile”.

Credo ci sia materia di seria riflessione giuridica, politica e amministrativa; e invece di assistere alle quotidiane schermaglie di una maggioranza già in fibrillazione in vista della formazione del nuovo governo, credo dovrebbero essere questi alcuni dei temi di interesse della politica. Ho scritto più volte sul ruolo svolto dai poteri finanziari degli hedge funds anglo caucasici/kazari, con sede operativa nella city of London e fiscale, a tassazione zero, nello stato USA del Delaware (BlackRock, Bridgewater Associates, Citibank, Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley, Pioneer e Vanguard, tutte multinazionali finanziarie luterane tedesco orientali) proponendo alcune idee di politica economica finanziaria riassumibili in una proposta semplicissima: il ritorno alla legge bancaria del 1936, con la riconferma della netta separazione tra banche di prestito e banche di speculazione finanziaria. 

Ci piacerebbe che, nel programma che Giorgia Meloni esporrà alle Camere appena sarà incaricata per formare il nuovo governo, assumesse questo impegno, ossia quello della riproposizione di una legge voluta dal suo mentore di formazione giovanile, il Duce, che, sollecitato dal fidato Alberto Beneduce, volle quella legge bancaria che la DC, con Guido Carli, difese sino al 1992. Senza quella riforma che, vista la grande maggioranza parlamentare potrebbe essere varata facilmente con una legge ordinaria, ogni altro progetto per dare risposte alla crisi economica e sociale italiana risulterà una velleitaria indicazione propagandistica. E sarebbe anche un’ottima cartina di tornasole per valutare il grado di condizionamento dei poteri finanziari citati sui diversi partiti e parlamentari italiani.