Sono stato sollecitato a prendere posizione su un possibile governo di unità nazionale.

La situazione è talmente grave che appare inevitabile, nonostante l’indecoroso spettacolo di questa mattina in Senato allorquando il clima di bon ton è stato rotto dall’intervento conclusivo del sen. Perilli (M5S) che ha voluto polemizzare ad ogni costo, non comprendendo l’inutilità della forzatura dei toni, dimostrando scarsa capacità di vedere la dinamica della informativa di Conte in Senato, costruita dopo un ampio gioco istituzionale.

Casini dietro di lui si è messo le mani nei capelli in una smorfia di rassegnazione.

Abbiamo il migliore uomo sul mercato mondiale per governare l’emergenza e la ripartenza: Mario Draghi, che, come ha salvato l’euro potrebbe ancora una volta salvare il suo paese e l’Europa politica.

Eppure di fronte a questa possibilità e alla domanda se serva un governo di unità nazionale, il reggente del M5S sen Crimi ha risposto “No” in modo secco e categorico.

Se le cose stanno così il governo di unità nazionale potrebbe nascere con le forze che ci stanno, tagliando quelle estremiste e trovando una piattaforma politica tra quanti hanno a cuore il destino del Paese.

L’operazione non sarà indolore perché probabilmente avrà effetti sulla unità della Lega, nonché dello stesso M5S, in cui i falchi potrebbero essere sconfitti dalle colombe.

Di certo il governo Conte non ha la forza di affrontare una epidemia che sta portando migliaia di morti e pesanti conseguenze economiche, con il rischio di fratture sociali insanabili.

Sarebbe veramente sciocco avere un italiano come Draghi e non servirsene per la salvezza del Paese.