Il presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione dopo l’emergenza Covid. Parlando di economia ha dichiarato: “Col premier Conte e la presidenza italiana del G20 organizzeremo un vertice sulla sanità, in Italia, per dimostrare che l’Europa c’è per proteggere i cittadini”.

Parlando poi di salari dice: “La verità è che per troppe persone il lavoro non paga, il dumping salariale distrugge la dignità del lavoro e penalizza gli imprenditori, distorce la concorrenza del mercato interno, e bisogna porre fine a questa situazione. La commissione avanzerà una proposta su una normativa per sostenere gli Stati membri e istituire un quadro sui salari minimi. Tutti devono avere accesso ai salari minimi o attraverso contrattazioni collettive e con salari mini statutari”. “Le nostre economie si riprenderanno dopo una caduta del Pil del 12% , ma il virus gira ancora, e occorre trovare un equilibrio tra garantire sostegno finanziario e sostenibilità dei bilanci”.

“Gli europei vogliono uscire da questo mondo del coronavirus, da questa fragilità, fuori da questa incertezza. Sono pronti per un cambiamento e sono pronti ad andare avanti. Questo è il momento per l’Europa per allontanarsi da questa fragilità e andare verso una nuova vitalità”. “Il popolo europeo sta ancora soffrendo, è un periodo di ansia, sono preoccupati di come sbarcare il lunario, la pandemia e l’incertezza non sono ancora superati e la ripresa è ancora in fase iniziale, la nostra priorità è superare questa fase, e l’Europa può farlo”.

“Abbiamo una nuova strategia per Schengen”. “La missione verde comporta molto di più che un taglio di emissioni, si tratta di creare un mondo più forte in cui vivere. Dobbiamo cambiare il modo in cui trattiamo la natura. E’ per questo che il 37% di Next Generation EU (Recovery Fund) sarà speso per i nostri obiettivi”.

“Molte attività mondiali si sono fermate durante il lockdown e il pianeta è diventato sempre più caldo. Sappiamo che è necessario il cambiamento e sappiamo che è possibile. Vogliamo diventare il primo continente neutro entro il 2050, ma non ce la faremo con questo status quo, quindi dobbiamo essere più rapidi. Abbiamo condotto una valutazione di impatto approfondita e abbiamo proposto di aumentare gli obiettivi del 2030 per la riduzione delle emissioni per almeno il 55%”.

“Non basta trovare un vaccino, dobbiamo garantire che i cittadini di tutto il mondo vi abbiano accesso. Il nazionalismo dei vaccini mette a rischio le vite, solo la cooperazione può salvare le vite”.