Valéry Giscard d’Estaing: “Dobbiamo conoscere il parere e ascoltare i suggerimenti dei protagonisti dell’Europa del 2020”.

Siete voi i cittadini dell’Europa del futuro.

In ricordo della figura di  V. Giscard D’Estaing presidente della convenzione europea, pubblichiamo un estratto del discorso tenuto alla sessione inaugurale della convenzione dei giovani (Bruxelles, 10 luglio 2002)

Perché questa Convenzione dei giovani?

Siamo stati incaricati di proporre la struttura dell’Europa del futuro. Siamo consapevoli del fatto che la costruiamo principalmente  per voi.

 Voi siete il futuro dell’Europa !

Pertanto, riteniamo fondamentale conoscere il parere e ascoltare i suggerimenti dei protagonisti dell’Europa del 2020.

Essa vi apparterrà. Sarete voi ad abitarla, a lavorarvi, a farla vivere e sicuramente farla evolvere ancora di più.

Sarà un’Europa diversa da quella che noi abbiamo conosciuto e immaginato inizialmente.

Essa si inserirà nella continuità del progetto iniziale, audace e coraggioso se si pensa alle circostanze in cui è stato lanciato, ma dovrà adattarsi a nuovi elementi.

Il progetto degli anni Cinquanta era quello di offrire la pace e la riconciliazione al nostro continente. Era anche quello di creare un mercato comune, abbattendo le barriere commerciali che esistevano ovunque, mercato che avrebbe costituito una tappa verso una progressiva unione dell’Europa.

Sono tempi ormai lontani. Eppure, potete ancora scorgere a breve distanza da voi – una o due generazioni – stupefatti di vedervi riuniti qui, i membri della vostra famiglia che hanno conosciuto i momenti critici della vecchia Europa. Ne sono stati i testimoni e, spesso, le vittime. 

Il cammino percorso in cinquant’anni è straordinario!

L’idea di una guerra tra paesi europei, che riempisse i libri di storia e i cimiteri, è stata scacciata dagli animi, eliminata, sradicata.

In Europa regnano la pace e la riconciliazione. Ne siete i testimoni, meritano il vostro applauso !

L’Europa si è dotata di un Parlamento eletto a suffragio universale, che oggi vi accoglie; di una Commissione il cui ruolo è quello di esprimere il bene comune dell’Europa, di un Consiglio che riunisce, a scadenze fisse, i Capi di Stato e di governo per definire i grandi orientamenti politici.

 Infine,  la  maggioranza   dei   cittadini   europei   dispone,   dal 1º gennaio, di una moneta unica, che avete in tasca, in quantità troppo modica, mi direte forse!

Tutto bene, a quanto pare. Allora, perché spingersi oltre? Perché l’Europa è cambiata.

E perché anche il mondo è cambiato.

L’Europa si è allargata.

Siamo partiti da un piccolo gruppo di Stati fondatori, situati nell’Europa occidentale, rappresentati da membri della Convenzione dei giovani in questo emiciclo.

Questo nucleo si è ampliato per tappe, passando da sei a quindici Stati.

Successivamente, dal 1990 il crollo dell’impero sovietico ci ha fatti entrare in una nuova epoca: quella dell’unificazione, divenuta infine possibile, del continente europeo!

La nostra Convenzione riunisce i rappresentanti di tutti gli Stati membri e di tutti i paesi candidati.

È la sola istituzione dell’Unione europea dove essi lavorano fianco a fianco. 

Noi li accogliamo a braccia aperte: vi chiedo di applaudirli!

Quest’Unione europea allargata, di circa 500 milioni di abitanti, costituirà il terzo agglomerato umano del pianeta, dopo la Cina e l’India.

Sarà anche un agglomerato molto diversificato, con i suoi numerosi idiomi, le sue culture, i suoi stili di vita, le sue legislazioni e, perlomeno nella fase iniziale, i suoi differenti livelli di sviluppo economico.

Nessuno deve sottovalutare le difficoltà della sfida posta dall’organizzazione, sostenibile e democratica – e senza precedenti nella storia! – di un’Unione di più di 25 Stati, ciascuno caratterizzato da una propria identità storica.

Le istituzioni e gli strumenti d’azione di questo grande agglomerato, che subiscono in pieno “l’effetto numero”, hanno bisogno di essere adattati per divenire più comprensibili, più efficaci e  più democratici. 

È il primo compito della nostra Convenzione.

Ma il mondo è anch’esso cambiato!

La globalizzazione, prodotta dall’istantaneità delle comunicazioni, dalla rapidità degli spostamenti e dall’intensificazione degli scambi, esercita una forte pressione sul nostro stile di vita, sulla localizzazione delle nostre attività, sulla nostra cultura e sui nostri sistemi sociali. Essa ci impone un regime gravoso di pensiero unico. Facendo crollare le frontiere, ci fa visualizzare al tempo stesso opportunità e rischi.

Citerò due esempi:

Un esempio di opportunità: nel marzo scorso mi sono recato a Shanghai con un volo regolare senza scalo su un aeromobile di fabbricazione europea – il risultato sarebbe stato impensabile trenta anni fa, visto che nessun paese europeo, neanche il più grande, avrebbe potuto realizzarlo da solo.

Un esempio di rischio: assistiamo quotidianamente  alla criminalità transnazionale e alla tratta mafiosa di donne, bambini e immigrati clandestini, ai quali si propone di comprare il proprio paradiso. La lotta a questi traffici è impossibile se le azioni giudiziarie si bloccano alle frontiere.

In questo mondo in cui l’organizzazione diviene continentale, come può l’Europa far sentire la sua voce, esprimere il suo messaggio e difendere i suoi interessi?

Sicuramente non agendo in ordine sparso.

Se l’Europa ha un messaggio da comunicare, un’esperienza di libertà e di tolleranza da diffondere e una solidarietà da condividere, non può farlo che esprimendosi all’unisono sulla scena internazionale.

Pertanto, come organizzare la presenza dell’Europa nel mondo?

È il secondo compito della nostra Convenzione.

Ecco qual è la posta in gioco della Convenzione europea ed ecco perché abbiamo bisogno di voi. 

Siete qui per illuminarci.

Ci serve la vostra fantasia e la vostra libertà di pensiero.

“Il vero tesoro dell’uomo è la verde gioventù”, ha scritto il poeta Ronsard.

Potrete condurre i vostri lavori come meglio credete.

Le uniche regole sono la tolleranza e la libertà d’espressione.

I membri della Convenzione che vi hanno designati vi  hanno voluti diversi: per origine nazionale, per lingua e anche per esperienza professionale.

Molti di voi sono studenti, ma altri sono impegnati nella vita attiva come artigiani, impiegati o educatori.

Perché il vostro messaggio sia autentico, siamo venuti a cercarvi nel tessuto vivo della società. Abbiamo fissato un limite di età, dai 18 ai 25 anni, per porre ciascuno di voi su un piano di parità.

Fra i giovani, le donne sono un po’ più numerose degli uomini, e questo mi sembra ottimo.

 Quel che ci aspettiamo da voi è che esprimiate con forza la vostra convinzione personale, quella che avete in testa o che nutrite nel cuore, e non la ripetizione di vuoti slogan.

 Che cosa vi aspettate dall’Europa?

Come immaginate che sia organizzata? Che ruolo deve avere l’Unione? E gli Stati membri? E le collettività locali?

Quali sono i difetti che l’Europa deve correggere e quelli che deve evitare?

Quale deve essere il suo posto nel mondo?

Deve darsi gli strumenti per assicurare la propria difesa?

Diteci quel che vi aspettate dai nostri lavori e consigliateci su come far progredire la nostra Convenzione.

Quando aprii i lavori di questa Convenzione, invitai i suoi membri a sognare e a far sognare l’Europa.

L’espressione può far sorridere, ma il messaggio è stato compreso. È quel che chiedo anche a voi oggi!

Il dono del sogno, questa forza meravigliosa che trasforma in un istante il mondo, è un privilegio della gioventù. 

Se sessant’anni fa si fossero riuniti giovani britannici, tedeschi, francesi o olandesi, il loro sogno sarebbe stato la pace. Oggi questo sogno è una realtà.

Se vent’anni fa si fosse chiesto ai giovani cechi, ungheresi, lettoni o polacchi che cosa sognavano, avrebbero risposto la libertà,

l’indipendenza dei loro paesi e la fine della divisione dell’Europa. Anche tutto questo oggi è diventato una realtà.

Diteci qual è il vostro sogno per i prossimi vent’anni !

Sapete che dobbiamo preparare un documento per il futuro, una Costituzione o, se si preferisce, un Trattato Costituzionale per l’Europa.

Aiutateci a trovare lo slancio necessario per scriverlo! Diventate al  nostro fianco costruttori del sogno!

Siete voi i cittadini dell’Europa del futuro.

E  allora  cominciate  adesso,  qui,  a  esercitare  i  vostri  diritti  e doveri.

È con gioia che vi cedo la parola.