Verso un processo decisionale più efficiente nella politica fiscale dell’Ue

Nel tempo la regola dell’unanimità in materia fiscale appare sempre più anacronistica, giuridicamente problematica ed economicamente controproducente

La comunicazione pubblicata due giorni fa dalla Commissione europea propone un calendario per una transizione progressiva verso il voto a maggioranza qualificata nell’ambito della procedura legislativa ordinaria in alcuni settori della politica fiscale condivisa dell’Ue, come già avviene per la maggior parte degli altri settori.

Con il voto a maggioranza qualificata gli Stati membri sarebbero in grado di raggiungere più rapidamente compromessi efficaci e democratici in materia di fiscalità, liberando così tutto il potenziale contenuto nel tema. Nell’ambito della procedura legislativa ordinaria, inoltre, le decisioni in materia fiscale beneficerebbero di contributi concreti del Parlamento europeo: il parere dei cittadini potrebbe essere rappresentato meglio e la rendicontabilità accresciuta.

A tal fine la Commissione non propone alcuna modifica delle competenze dell’Ue in materia fiscale e neppure della facoltà di cui dispongono gli Stati membri di fissare le aliquote d’imposta delle persone fisiche o delle società ritenute più idonee. L’obiettivo è invece quello di consentire agli Stati membri di esercitare in modo più efficace la sovranità già condivisa per affrontare più rapidamente le sfide comuni.

A causa della regola dell’unanimità alcune proposte chiave per la crescita, la competitività e l’equità fiscale nel mercato unico sono bloccate da anni. Allo stesso tempo il Parlamento europeo ha finora rivestito un ruolo meramente consultivo nel processo decisionale. Il nuovo approccio delineato spianerebbe invece la via ad una nuova dinamica, imprimendo un nuovo impulso al processo decisionale in questo settore in un momento in cui il futuro dell’imposizione è assurto a questione scottante per la comunità internazionale. Far fronte alle difficoltà relative al quadro attuale potrebbe consolidare l’Europa come leader mondiale nell’elaborazione di soluzioni realistiche per le sfide della politica fiscale del futuro.

Nella comunicazione appena pubblicata la Commissione chiede ai leader europei, al Parlamento europeo e alle altre parti interessate di valutare la possibilità di effettuare una transizione graduale in quattro fasi verso un sistema decisionale basato sul voto a maggioranza qualificata: nella prima fase gli Stati membri concorderebbero di ricorrere al voto a maggioranza qualificata nel caso di misure intese a migliorare la cooperazione e l’assistenza reciproca tra Stati membri nella lotta all’evasione e alla frode fiscale, nonché per le iniziative amministrative che agevolano l’operato delle imprese nell’Ue, come ad esempio gli obblighi di dichiarazione armonizzati. Si tratta di misure di norma accolte con favore da tutti gli Stati membri, ma che possono essere bloccate per motivi non connessi alle questioni in esame.

La seconda fase introdurrebbe il voto a maggioranza qualificata in quanto utile strumento per far avanzare le misure nelle quali l’imposizione sostiene altre finalità strategiche, come ad esempio la lotta ai cambiamenti climatici, la protezione dell’ambiente o il miglioramento della salute pubblica. Nella terza fase il ricorso al voto a maggioranza qualificata contribuirebbe a modernizzare le norme di Bruxelles già armonizzate, come quelle in materia di IVA e di accise. Un processo decisionale più rapido in questi settori consentirebbe agli Stati membri di stare al passo con gli sviluppi tecnologici e i cambiamenti del mercato più recenti, a beneficio dei Paesi e delle imprese europee.

La quarta fase permetterebbe, infine, di passare al voto a maggioranza qualificata per i grandi progetti fiscali, quali la  base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società e un nuovo sistema per l’imposizione dell’economia digitale. La comunicazione propone che gli Stati membri prendano in considerazione l’elaborazione delle fasi 3 e 4 entro la fine del 2025.