L’assalto immotivato del presidente russo Vladimir Putin all’Ucraina sta rapidamente trasformando l’Europa e la NATO in maniera significativa
La NATO si è unita dietro le sanzioni economiche contro Mosca. Finlandia e Svezia, dopo decenni di neutralità, hanno segnalato un nuovo interesse ad aderire all’alleanza.

E nel tentativo di rafforzare le difese dell’Ucraina, l’Unione europea per la prima volta finanzierà l’acquisto e la consegna di armi.

In breve tempo, le principali potenze europee si sono spostate verso una posizione comune anti russa.

Domenica a Berlino, il nuovo cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha pronunciato un discorso travolgente al parlamento dichiarando che il paese avrebbe speso più del 2% del suo PIL per la difesa.

Insomma, Putin ha realizzato ciò che l’ex presidente Trump e il presidente Obama prima di lui non erano riusciti a realizzare.

E’ riuscito a far scrollare di dosso la timidezza del secondo dopoguerra alla Germania e a far affermare a Josep Borrell, capo della politica estera dell’UE: “Stiamo fornendo le armi più importanti per andare in guerra”. (gli aiuti alla difesa potrebbe includere anche aerei da combattimento)

Anche la neutrale Svizzera si appresta a colpire la Russia con una serie di sanzioni, adeguandosi a quelle decise dalla Ue .

E poche ore fa gli Stati Uniti hanno attivato nuove sanzioni che impediscono alla banca centrale russa di accedere a qualsiasi asset sia negli Stati Uniti che in dollari USA. Il divieto riguarda anche il Ministero delle Finanze e il Fondo nazionale per la ricchezza della Russia.

Ora, sperando che i colloqui di pace possano darci buone notizie non resta che chiederci come, dopo la fine delle ostilità, la Russia affronterà il problema della successione di un leader ormai stanco.