La differenza tra la primavera scorsa e il periodo attuale è che allora si era stabilita una misura uniforme su tutto il territorio e oggi, invece, si è scelto un altro registro: le cosiddette zone rosse-arancione-gialle.

Le rosse rappresentano una situazione meno pesante rispetto a quelle primaverili, perché allora si erano chiuse persino le produzioni industriali. Quello era un restringimento totale, mentre oggi, a moduli diversi, i limiti sono differenziati.

Pertanto, l’aiuto collettivo alle attività e ai soggetti sofferenti, sarà meno intenso. Ciò nonostante, come già abbiamo visto, il decreto Statale volto a ristorare i danni delle chiusure obbligata, incideranno meno sul debito pubblico nazionale. Ricordiamoci comunque, che il peso complessivo di quest’ultimo è pur sempre ingente e, in qualche modo, paralizza le nostre opportunità economiche.

In queste condizioni, non c’è alcun tentennamento di sorta, ogni realtà sofferenze va sorretta in modo serio e, spiegabilmente, togliendo quelle solite furbizie che, purtroppo, nella nostra atavica cultura pare siano sempre presenti. Non serve che rammenti casi di ristori passati che fanno gridare vergogna.

La nostra Regione Fvg è passata in zona arancione. I limiti imposti dai decreti sono a tutti noti. Questa stretta colpisce, sicuramente, la fascia del commercio. Bar, ristoranti e negozi sono quelli che maggiormente si troveranno nel vortice negativo.

Per tale ragione, è doveroso e necessario, aiutare queste fasce più esposte a questo triste malanno.

C’è da augurassi che da qui a dieci, quindici giorni, tutti i dati relativi al Covid-19, si abbassino e consentano in tal modo, almeno alla speranza, di togliersi da questo improvviso inferno.

Temo che il mese del Natale, il mese che chiude l’anno, risentirà ancora della cattiva sorte, ma una cosa è subire un crescente avanzamento del malanno, altra è saper guidare la realtà con maggior consapevolezza di avere dei traguardi vicini.

A tenere desta la nostra attenzione è pur sempre il terreno farmacologico. Si parla di un primo vaccino, già utilizzabile all’inizio dell’anno prossimo per le fasce a più elevato rischio di contagio. E a rendere ancora più confortevole la speranza, è la notizia che al primo se ne aggiungeranno altri tipi di vaccino.

Si deve acquisire la consapevolezza che questo è il periodo più gramo, ma proprio per questo, siamo chiamati a dare il meglio di noi stessi, sia in termini individuali, quanto in termini collettivi.