Bilancio più che positivo per il XXI congresso internazionale di IFOTES “Uscire dalla solitudine-costruire relazioni”, cui hanno partecipato quasi mille persone da 20 Paesi. Ma i numeri vanno ben oltre. Per di più dalle cinque giornate di studio nascerà con ogni probabilità anche la ‘Carta di Udine’: «Un documento con le prime conclusioni che sono emerse sul tema. Nei prossimi mesi cercheremo di fare di questo documento un primo lancio, per poter portare la questione delle odierne solitudini e della necessità di costruire relazioni in formule diverse, anche altrove, oltre la regione, a livello nazionale», ha spiegato Diana Rucli, direttrice di Ifotes (dell’International Federation of Telephone Emergency Services) che ha organizzato l’evento.

I lavori del congresso, come detto, si sono articolati in cinque giornate (3-7 luglio 2019) per un totale di 7 sessioni plenarie, 20 sessioni parallele (di cui 9 aperte alla cittadinanza) e 92 workshop, con 56 relatori e 75 formatori provenienti da tutta Europa.

Ma perché parlare di solitudine, oggi, che siamo sempre più iper-connessi? Perché nonostante questo, ci sentiamo sempre più soli. A dircelo sono i numeri: 8,5 milioni di italiani vivono da soli, in media 1 persona su 5 con più di 18 anni non ha nessuno su cui contare in caso di bisogno (1 su 4 oltre i 75 anni), tra il 50 e l’80% di chi è solo, a seconda della fascia d’età, si dichiara profondamente insoddisfatto della propria vita.

La solitudine è dunque una vera e propria ‘piaga sociale’ che, se non gestita consapevolmente, può trasformarsi in isolamento, apparentemente senza via d’uscita, e può portare a depressione, suicidio, violenza.