Il 25 aprile 1945 gli Italiani sono stati liberati dalle truppe nazifasciste: è la Festa della Liberazione. Chiamiamola col suo nome e diventa una giornata importante per tutti. Non devono esistere strumentalizzazioni.

Ricordare il 25 aprile considero essere un dovere civico e una responsabilità educativa. Ogni anni provo un sottile disagio nel registrare che ci dono fazioni politico culturali che tenacemente insistono nello sminuire  e relegare una data fondativa della Nazione a puro fatto storico da archiviare.

Il fatto è che non è conosciuta la nostra storia, nemmeno la più recente. I più non hanno nemmeno riminiscenze dei movimenti studenteschi del 1968, della crisi economica dei primi anni settanta, che viene richiamata in questi giorni a causa della necessaria riduzione delle risorse energetiche, a causa della guerra in Ucraina.

La pandemia, che non ci abbandona ancora, e la crudele guerra nel cuore della Europa, dimostrano agli scettici sul fenomeno della globalizzazione, quanto siamo tutti interdipendenti.

Per questo urge che la scuola riprenda con vigore i programmi di storia e geografia perché sarebbe difficile perfino capire i telegiornali  senza nozioni geografiche per capire la geopolitica. Il 25 aprile 1945 gli Italiani sono stati liberati dalle truppe nazifasciste: è la Festa della Liberazione. Chiamiamola col suo nome e diventa una giornata importante per tutti. Non devono esistere strumentalizzazioni, vanno ricordati e onorati tutti coloro che non hanno temuto di sacrificare la vita. Accanto ai Partigiani Italiani hanno combattuto alleati provenienti da ogni angolo del pianeta: Americani, Canadesi, Francesi, Polacchi, una brigata di ebrei. 

Combatterono uomini, donne  e addirittura ragazzini. Se per anni si è consentito che si appropriasse della Festa   qualche parte politica è tempo di riconoscere la Resistenza per quella  che fu, una lotta di popolo che ha conquistato la libertà per tutti. Grande apporto fu quello delle forze cattoliche tra le cui fila si annoverano sacerdoti martiri per i quali sono in corso processi di beatificazione: “Ribelli per amore” della libertà, contro l’odio. La lotta di  Liberazione è il fondamento della nostra Costituzione, che garantisce per tutti la democrazia e l’unità del Paese.  

Questa è la verità e non riconoscerla indebolisce la forza della stessa nostra Carta. Per la libertà e l’ dipendenza di un popolo la scelta della Resistenza è essenziale, altrimenti c’è la resa. In questi tragici giorni in cui constatiamo la tenacia, il coraggio e lo sprezzo del pericolo da parte degli Ucraini, possiamo meglio comprendere e rivalutare la Resistenza italiana. Addolorati e ammirati per la fierezza degli Ucraini abbiamo il dovere morale di sostenerli, con tutti gli aiuti possibili e anche con le armi. Al contrario la domanda è: la Russia deve distruggere, soggiogare e annettere l’Ucraina? Contemporaneamente  occorre trovare il modo per intessere un dialogo con Putin: chi lo fa?

Temo la stanchezza nel vedere le immagini televisive; temo la chiusura in noi stessi per le eventuali restrizioni e austerità che la guerra potrà richiederci. Pace e giustizia dipendono dalle azioni di tutti e di ciascuno. Gli Ucraini stanno resistendo anche per noi.

 

Mariapia Garavaglia, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Partigiani Cristiani (ANPC).