Adesso prima c’è il partito, poi vengono le alleanze.

Il “centro” politico, culturale e programmatico si deve caratterizzare in modo autonomo. Dopodichè, a bocce ferme e con un sistema elettorale certo, si costruirà la coalizione credibile.

La politica italiana, come tutti ben sappiamo, è sempre stata sinonimo di “politica delle alleanze”. Ce lo ricordava l’indimenticabile Mino Martinazzoli perchè, questa, era e resta una costante costitutiva della politica italiana. E proprio con l’avvicinarsi delle elezioni politiche nazionali si fa sempre più attuale ed importante il capitolo delle alleanze e delle rispettive coalizioni da costruire con cui ci si presenterà di fronte ai cittadini. Certo, ad oggi non conosciamo ancora quale sarà il prossimo sistema elettorale. E questo, purtroppo, è un vizio ricorrente della politica italiana. Ovvero, le regole cambiano a seconda delle convenienze di chi in quel momento è al governo. Un metodo alquanto anomalo e singolare perchè non risponde al “bene comune” della politica ma solo e soltanto al tornaconto momentaneo delle singole forze politiche. Nulla a che vedere con quello che è capitato nella prima repubblica quando il sistema elettorale era l’ultimo dei problemi dei partiti di governo perchè le regole del gioco non venivano messe in discussione con le furbizie e gli escamotage strumentali che invece hanno caratterizzato il comportamento politico concreto della cosiddetta “seconda repubblica”.

Ma, per tornare al tema delle alleanze, è indubbio che la geografia politica è cambiata radicalmente in questi ultimi anni. La pandemia prima e, soprattutto, la guerra russo-ucraina dopo hanno, di fatto, mutato in profondità i tradizionali assetti politici. Il vecchio centro sinistra e il vecchio centro destra rischiano di appartenere ormai ad un lontano passato difficilmente riproponibile nella sua versione meccanica e statica. E questo perchè la sinistra alleata organicamente con il populismo anti politico, demagogico, giustizialista e manettaro dei 5 Stelle è difficilmente catalogabile sotto il segno di una alleanza autenticamente riformista, democratica e di governo. Come, specularmente, un centro destra caratterizzato dalla deriva sovranista – sempre meno credibile e, fortunatamente, meno vistosa ed ostentata del passato – non potrebbe essere una coalizione politicamente credibile ed affidabile a livello nazionale ed europeo.

Ecco perchè la formazione politica di “centro” che si sta delineando e definendo a livello nazionale non può che coltivare l’obiettivo di rafforzarsi sotto il profilo politico e programmatico e poi, ma solo in un secondo momento, costruire e consolidare un’alleanza politica credibile e coerente. Sotto questo versante, la vera sfida politica e culturale resta quella di indebolire e ridimensionare la spinta e la deriva populista – in particolare quella di matrice grillina – per favorire, al contrario, la costruzione di una coalizione squisitamente riformista, democratica e di governo. Perchè, alla fine, una coalizione è credibile e seria solo se non deve essere sottoposta ai raggi x sia a livello nazionale che a quello europeo per la sua scarsa se non nulla affidabilità politica e programmatica. Una questione persin troppo nota per essere ancora ulteriormente descritta ed approfondita. Ed è proprio questa la vera sfida ed ambizione del partito di centro nel nostro paese che vuole declinare, al contempo, una altrettanto autentica e credibile “politica di centro”. Se si pensa, al contrario, di definire da subito il campo in cui si vuole giocare – per adoperare un linguaggio calcistico – si fa un doppio errore. Da un lato si consolida da subito un ruolo gregario e marginale del “centro” e, dall’altro, resterebbe inalterato il quadro politico con due coalizioni che non fanno altro che riproporre, seppur in termini diversi rispetto al passato, la logica e la cultura degli “opposti estremismi” caratterizzati dall’unico obiettivo di delegittimare e distruggere politicamente lo schieramento avversario o nemico.

Per questi semplici motivi, adesso, il “centro” politico, culturale e programmatico si deve caratterizzare in modo autonomo. Dopodichè, a bocce ferme e con un sistema elettorale certo, si costruirà la coalizione credibile e affidabile sotto il profilo politico e di governo. Fondamentale, questa volta, è non invertire l’ordine dei fattori. L’alleanza è sempre fondamentale, come ovvio, ma questa volta viene dopo il profilo e l’identità del partito.