Con il super commissario in Alitalia spero siano finite le stagioni dove a pagare sono stati i lavoratori della società e a perdere grandi occasioni tutto il Paese.

Con una società di trasporto aereo di bandiera funzionante e ben gestita, si rimette in moto il lavoro, si torna a dare sicurezza e diritti ai lavoratori e aumentano le connessioni e le possibilità di sviluppo, a cominciare dalla Capitale, Roma, e tutta la Regione Lazio, che con l’aeroporto di Fiumicino- migliore hub di Europa nel 2018 – potrebbe sviluppare ancor di più tutto il lavoro fatto in questi anni sullo sviluppo economico e il turismo e contribuire in modo consistente al rilancio delle imprese del territorio e del Paese intero.

Alitalia, quale compagnia di bandiera, nasce come noto il 21 ottobre 1957 dalla fusione disposta dall’IRI, che era proprietaria delle due compagnie di trasporto aereo: Alitalia e LAI (linee aeree italiane).

In quegli anni la gestione pubblica “imprenditoriale” ha dato uno sviluppo alla Compagnia, che negli anni novanta è arrivata a trasportare mediamente 28 milioni di passeggeri per anno, mentre nel 2018 sono stati poco più di 21 milioni. La gestione di Alitalia ha addirittura conseguito utili nel 1997, cosa inconsueta fino ad allora.

Poi è iniziata una crisi lenta e progressiva, determinata da diverse cause: prepotente avanzata delle compagnie low-cost, riduzione delle tratte intercontinentali, messa in esercizio di treni veloci, etc.

L’assenza di una strategia lungimirante del trasporto aereo, in un mondo in costante e veloce evoluzione, come la ottusa riduzione delle tratte intercontinentali – di sicuro rendimento – e alla ostinata corsa alla cattura degli slots per voli nazionali, che hanno in pratica trasformato Alitalia in una compagnia domestica, è stato uno degli errori di questi ultimi decenni.

È finito il tempo degli annunci, ora con il super commissario, Alitalia dovrà dotarsi di una strategia del trasporto aereo e non vivere alla giornata con rimedi temporanei.

Oltre la ricerca dei soci per iniettare capitale, occorre una vera visione strategica per la società, che dovrebbe prevedere il focus sulle rotte internazionali, l’intermodalità, puntare su una customer experience eccellente, sul digitale e sulla semplificazione dei processi interni ed esterni.

Un piano industriale strategico, che porti la compagnia a diventare motore di sviluppo e possibile esempio di buona gestione e controllo di un settore fondamentale come quello del trasporto aereo”.

Augusto Gregori, componente Segreteria e Responsabile Industria Commercio Artigianato e Turismo del Partito Democratico del Lazio.