Non abbiamo il coraggio di scegliere per la nostra Repubblica una figura intorno ai 50 anni (soglia minima per essere eletti) femminile, competente e di moralità ferma. 

Elisabetta Caponi

Giovedì 16 dicembre a “Spazio” condotto da Roberto Inciocchi su TGSky24, alle 10.30, in un orario per casalinghe si direbbe ma con lo smart working diffuso l’audience potrebbe essere diversa, Claudio Martelli politico di razza della I° Repubblica, afferma che se i partiti candidassero una donna al Quirinale sarebbe questo un fatto e non una mera notizia. E centra la questione da par suo. Perché finora le donne candidato Presidente della Repubblica sono nella manica dei 5 leader politici che debbono decidere, assi da calare se del caso nel momento opportuno per vincere la battaglia o condizionarla fortemente. Tranne che per il gruppo misto che non ha un leader come ovvio e nemmeno un portavoce. E noi donne del Paese, statisticamente contate in 30.369.987 pari al 51,3% secondo l’ultima rilevazione di Istat, non siamo né sentite né ci facciamo sentire. Come a dire che la questione del Presidente della Repubblica è affare che non ci riguarda direttamente o per il quale, non essendo state mai interpellate in merito, vige la stanca rassegnazione dell’indifferenza all’argomento. Per dirla tutta non vale la regola tutta maschile che le donne non hanno interesse per la politica attiva preferendo nella maggioranza andare a votare e basta, ma non è valida nemmeno quella di aprire una consultazione pubblica per individuare una rosa di candidate scelte dalle donne del paese e dagli uomini che con loro solidarizzano perché anche fossero le migliori nella competenza e nella qualità morale della persona, nei fatti diventerebbero solo la riserva dalla quale attingere se mai servisse. 

La verità si nasconde nello stesso termine di repubblica democratica. Perché un Paese che non ha nelle sue Istituzioni pubbliche la rappresentanza femminile non può dirsi democratico poiché esclude una parte della sua stessa essenza: il demos che non è più popolo nella sua interezza ma diventa solo parte/componente di un insieme. Certamente le Istituzioni della Repubblica sono democratiche ma è il governo di esse ad essere non democratico e non servono solo le leggi speciali per tentare di arginare questo vulnus nel Paese, serve una cultura veramente democratica che riesca a far comprendere a noi tutti amaramente che questo Paese non è democratico nella sua stessa natura; una contraddizione in termini che fa male alle coscienze di noi tutti e anche ai sentimenti di moltissime donne nel Paese. 

Anche le donne vorrebbero essere “nonne al servizio delle Istituzioni” per riprendere le parole del Presidente del Consiglio in carica, ma le condizioni di questa partecipazione non ci sono. Ci rappresentiamo ancora una volta con l’equazione età=sapienza, che ha una sua verità interna forte e non detta visto che il governo delle Istituzioni è affidato a questa generazione, ma non abbiamo il coraggio di scegliere per la nostra Repubblica una figura intorno ai 50 anni (soglia minima per essere eletti) femminile, competente e di moralità ferma. Se lo facessimo il nostro simbolo, la nostra iconica immagine di Repubblica difronte al mondo sarebbe letta come quella di un Paese che guarda al suo futuro e affida il cammino ad una “madre” per una volta dopo una lunga teoria di “padri”. E così ho scritto la mia letterina a Gesù Bambino. 

Caro Gesù Bambino, 

In questo Natale che sta arrivando, se t’avanza del tempo alle molte e più importanti richieste che tutti noi ti facciamo in questo tempo di sofferenza e senza pace, ti chiediamo umilmente di mandare “una madre” alla guida del nostro Paese, perché il cuore del Paese molto soffre, la gente è spaventata e ha paura della pandemia, la povertà avanza rapida tra noi, abbiamo timore di non farcela a superare il quotidiano che viviamo e il nostro futuro è nebbioso e scuro. Ci sta mancando il coraggio di affrontare le prove, mandaci una “madre” che consoli i nostri cuori, ponga la sua mano sulle nostre spalle, prenda le nostre mani, quelle vecchie come quelle giovani, e ci conduca lungo questo percorso.