Anche Prodi auspica la nascita di un partito più al centro rispetto al PD

In realtà, sotto la “domanda di centro” preme il vasto discorso inerente la ripresa d’iniziativa dei cattolici democratici.

Ormai si fatica a conteggiare gli auspici che accompagnano le chiacchiere sulla necessità di una nuova formazione politica sul versante dell’opposizione al sovran-populismo. Tanto più s’indebolisce il governo, fino a manifestare l’incombenza della paralisi operativa, tanto più si rafforza il ragionamento sulla ricostruzione di un centro democratico, innovativo e solidale.

Oggi è la volta di Romano Prodi. In un colloquio con il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, il Professore parla chiaro, senza mezze metafore. “Lo spazio per un altro partito – sostiene – c’è e con una legge elettorale come quella che abbiamo oggi, immaginata solo per non rendere governabile il paese, bisogna augurarsi che qualcosa di nuovo nasca e che prima o poi accanto al Pd ci sia una nuova forza per così dire liberal moderata”.

Non serve chiosare per qualche puntiglio lessicale, ma sforzarsi d’intendere, semmai, la sostanza di questa impegnativa dichiarazione del fondatore dell’Ulivo. Se fosse concepita come l’ennesima ricerca di un orpello per dare alla sinistra maggiore equilibrio e consistenza, sarebbe davvero poca cosa. Finora tutti i ricorsi alla cosmesi della tattica su sono rivelati improduttivi. Se invece mirasse a ricomporre, in modo più ordinato, il sistema politico italiano, ci sarebbe più di un motivo per sostenerne le ragioni.C’è da chiedersi, comunque, quale possa essere l’attrazione esercitata da una proposta di segno puramente liberal-moderato, come vagheggia Prodi.

Andiamo al concreto. Limitarsi a fornire accoglienza o riparo ai profughi del berlusconismo non sembra suscitare particolare entusiasmo. In realtà, sotto la “domanda di centro” preme il vasto discorso inerente la ripresa d’iniziativa dei cattolici democratici. Fino a che punto il Pd ne costituisce lo sbocco? Con Zingaretti il “ritorno a Itaca” della sinistra si fa più eloquente. Per questo c’è uno spazio fuori dal Pd, voglia o non voglia, dentro questo involucro, il nobile drappello di matrice democristiana o popolare.

Dunque quale prospettiva avanza, quella di un nuovo partito liberal-moderato? Non è così convincente. Di fatto il centro, se vuole essere vitale, non può che incrociare la ripresa del popolarismo d’ispirazione cristiana. Ogni giorno che passa, tra auspici e dilemmi, si accorcia però il tempo della decisione. L’uscita di Prodi certifica l’esistenza di questo punto all’ordine del giorno. Bisogna affrontarlo con lucidità e determinazione, senza pretendere che una parola spesa oggi esaurisca per intero la discussione. Le elezioni, europee e amministrative, sono alle porte.