La coerenza ha ancora un posto nobile nel nostro tempo? C’è una certa autorevolezza all’interno delle sue fattezze? Sembra quasi che questo valore stia scricchiolando.

Immaginate che questo articolo io lo inizi in un modo e poi, senza alcuna spiegazione, lo concludessi affermando l’esatto opposto. Lo trovereste gradevole? Non avvertireste una sgradevole condizione mentale? Lo rifiutereste, senza alcun dubbio. La coerenza è il cemento del ragionamento. Direi anche del fare. Anzi sopratutto del fare. Da che mondo è mondo sembra che tutto si regga sulla coerenza. La firma di un contratto, qualsiasi esso sia, si affida alla coerenza; le Istituzioni non ne sono da meno; l’equilibrio umano corre su quella linea.

Eppure, non passa giorno che questa venga regolarmente sbeffeggiata. E badate, non da saltimbanchi e da fanciulli o da acrobati delle risate, e no, mi riferisco a soggetti piuttosto autorevoli: a chi ci governa!

Ditemi voi se nel corso di questi ultimi anni, non vi sia stata una carneficina di quella virtù. Vorrei citarvi una serie di personaggi, ma sono convinto che voi li avete già tutti immediatamente convocati nella vostra mente. Non serve, quindi, che li nomini. Li avete davanti a voi tutti in riga.

Ad infoltire questo numerosa schiera, si aggiunge, in questi giorni, anche il candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Diceva A qualche mese fa, dice B oggi; parlava del paradiso ieri, ci presenta l’infermo oggi. La coerenza fatta a fettine. Ma, a onor del vero, potrei far riferimento alla stragrande maggioranza degli attori in campo, ma nominato il più alto in grado, farebbe specie continuare con i caporali. Faccio solo una leggera deviazione, citando Nicola Zingaretti. È disponibile a tutti il suo ultimo scritto su twitter, dove il segretario del Pd fulmina la coerenza citando un’espressione riconducibile al più brillante Silvio Berlusconi; scrive le seguenti parole: “il Governo rimetterà i soldi in tasca agli italiani”.

Allora, ditemi voi, se questa affermazione non risulti un boccone al curaro nella bocca degli iscritti e dei votanti Pd. Eppure, lo dice il capo supremo di quel partito. Infischiandosi di qualsiasi coerenza ideale. Quell’espressione illustra un pensiero tipicamente di centro destra, mentre mi attendevo da Zingaretti un’affermazione del tipo: il governo riequilibrerà le macroscopiche sfasature economiche nel nostro Paese; darà di più a chi ha meno, chiederà uno sforzo maggiore a chi è più fortunato.

Ecco, ditemi voi se questi balli in maschera siano accettabili in tempi non carnevaleschi. E se è possibile continuare con queste strane musiche.

Ho il vago sospetto che si stia modificando il costume della società, perché se in massa non protestiamo contro tutti, ripeto tutti gli incoerenti, e ce ne sono in ogni parte politica, significa che si sta facendo largo l’idea che oggi si può dire una cosa e domani si può smentirla, come se fosse in atto una seria patologia in cui alla coerenza si preferisca un processo schizoide: una divisione tra il prima e il dopo senza che vi sia una giustificazione logica e una argomentazione coraggiosa che dica il fine di quel processo. Secondo alcuni, questo fenomeno, è il frutto di un indirizzo economico: ci si dimentica di aver comperato un paio di carpe e se ne compra uno successivo; ci si scorda che il frigo è pieno e si acquistano nuove riserve alimentari. In sostanza è, secondo questi pensatori, un nuovo, diabolico demone che anima il consumismo.