Mi è stato d’aiuto qualche bacillo influenzale perché, costretto a casa, ho riletto Bersani.
Sono frate, ma credo alle cure omeopatiche. Di regola Bersani mi mette la febbre: forse, stavolta, mi avrebbe aiutato a guarire. Omeopaticamente.
Mi prende la febbre, con Bersani, a motivo della sua testardaggine. Non potendo picchiarlo, somatizzo.

Parla bene e sbaglia bene, con l’eleganza alto-contadina del nord.
È un modo di sbagliare che solo Bersani sa vivere e realizzare. Con humor padano!
Un grande poeta, ammazzato ad Ostia, diceva che la piccola borghesia ricorre allo humor per minimizzare le cose, per non averne scrupolo, per non dare scandalo.

Bersani ci mette tanto humor perché avverte il pericolo delle sue uscite brillanti.
Ho riletto, dicevo, qualcosa di lui. Qualcosa di fresco. L’altro giorno ha parlato con un giornalista e ha stabilito – ecco lo humor – che il centro è il “luogo del narcisismo”.

Ebbene sì, lui ha rotto con il Pd (di Renzi) e ha preso il tre e mezzo per cento scarso; poi oggi sulla testa di Renzi (che ha rotto parimenti con il Pd) fa cadere la spada del sarcasmo. Nei sondaggi Renzi starebbe messo male, attorno al tre o quattro per cento, quindi è narciso.

Logica stringente, rigorosa, inappellabile: Renzi è narciso, Bersani no.
Mi tengo la febbre e so che stavolta, per accontentare il Nostro, è una febbre…sinistra. E poco narcisa.