Sono lieto delle molte conversioni verso una sempre più larga rivalutazione della politica di centro, contro la quale si sono spese, anche nel recente passato, accuse di trasformismo secondo una lettura ideologica della storia in nome di un dogmatico bipolarismo.

Ho confessato più volte di aver anch’io seguito, a partire dagli anni Settanta, l’idea di una trasformazione della politica italiana per conseguire l’obiettivo della cosiddetta democrazia dell’alternanza, ovvero la democrazia “compiuta”. L’idea era quella di superare il bipolarismo italiano, forzando il bipolarismo mondiale.

Utopia!

Tutto si è risolto in Italia quando la situazione internazionale è lentamente cambiata. Tutto era all’epoca condizionato dalla presenza in Italia di un importante partito comunista. Di quella vicenda è rimasta poi una cultura politica assai diffusa soprattutto nel mondo cattolico, secondo la quale la soluzione dei problemi sociali dell’umanità sia tutta in ogni aspetto della vita riposta nella cultura veicolata dagli ambienti della cosiddetta “sinistra”: a lungo ha dominato e domina tuttora nelle menti e nelle coscienze di molti, che tale sia la via di risoluzione di ogni problema della vita individuale e sociale.

Di tale idolum fori, di tale tabù ancora si soffre. Alla radice è una carenza di visione storico culturale, con errati fondamenti teologico spirituali. È un problema grande, quello cioè di una corretta formazione delle coscienze su base storica e non ideologica. Problema soprattutto di formazione dei giovani, al quale tutti siamo chiamati, anziani nonni, genitori, insegnanti, formatori.