Non ci sono mezze misure o trattative nel nuovo partito conservatore di Boris Johnson. Il primo ministro, che ha visto trapelare alcuni documenti dai quali si deduce che la Gran Bretagna no ha una valida alternativa al confine irlandese, ha minacciato i ribelli del suo partito di espulsione.

La mossa del premier, alla vigilia della breve riapertura di Westminster prima della contestata sospensione del Parlamento fino al 14 ottobre, mira a forzare la mano della disciplina di partito anche a costo di far saltare la maggioranza. Secondo la Bbc dimostra come Johnson – in caso di sconfitta – sia deciso a convocare subito nuove elezioni, lasciando fuori tutti i conservatori moderati dissidenti apertamente contrari alla sua linea in favore di un’uscita dall’Ue costi quel che costi.

Intanto il negoziatore europeo ha dichiarato che: “Il primo ministro inglese Boris Johnson ha detto che la Gran Bretagna lascerà l’Unione Europea entro il 31 ottobre. In qualsiasi caso, l’Ue continuerà a proteggere gli interessi dei suoi cittadini e delle sue aziende, così come le condizioni che garantiscano pace e stabilità nell’isola di Irlanda”. Così il negoziatore europeo sulla Brexit, Michel Barnier, in un tweet. “Questo è un nostro dovere e una nostra responsabilità”