Le regole fra cui districarsi sono moltissime,

Una certezza però c’è: la spiaggia è proibita ai cani solo se ci sono divieti esposti in maniera chiara.

Per il resto tutto è molto nebuloso. Sono, infatti, 3mila, le ordinanze emesse rispettivamente da comuni, capitanerie di porto, provincie e regioni. A queste si aggiungono le leggi regionali e i regolamenti dei singoli stabilimenti balneari, per un totale di circa 18 diverse normative locali.

Quello che occorre tenere a mente, in ogni caso, è che i cani, accompagnati dal padrone, non possono essere cacciati da una spiaggia pubblica, o dalla battigia, se non ci sono divieti esposti in maniera chiara. Inoltre, serve che questi divieti vengano pubblicizzati con regolarità.

Da considerare, poi, che solo le Forze dell’ordine – e in particolare la Capitaneria di Porto e i Vigili Urbani – possono rivolgersi al proprietario di un cane invitandolo ad allontanarsi. Questo, però, “non prima di avere informato della presenza dell’ordinanza di divieto. Non basta la comunicazione verbale. I vigili – precisa l’associazione – devono mostrarvela e indicare chiaramente il numero di ordinanza e la scadenza, in quanto molte ordinanze contengono divieti solo parziali, limitazioni orarie o riferite a singoli giorni della settimana”. Il rifiuto di mostrare le ordinanze, inoltre, “è passibile del reato di omissione di atti di ufficio”.

Anche i padroni dei cani sono chiamati, però, a fare la loro parte: devono tenere l’animale al guinzaglio, raccogliere obbligatoriamente gli escrementi ed evitare di liberare il cane in presenza di bambini, di altri soggetti a rischio o di altri cani. Da evitare anche, l’esposizione prolungata dell’animale al sole, per scongiurare rischi per la sua salute.