Gli elementi di cui disponiamo aprono un ventaglio di interpretazioni senza fondo. È proprio un intruglio tra i più intricati, perché ci sono molti angoli oscuri, pur nell’accecante brutalità del fatto. Restiamo sbigottiti e dolenti di fronte a quanto immaginiamo del gesto efferato compiuto da un ragazzino.

Volutamente scrivo ragazzino perché pur qualche mese dopo i diciott’anni, entrambi non sono che entrati in un passo formale della maturità; al giorno d’oggi, oserei chiamare ragazzi persino i trentenni: l’adolescenza si è estesa oltre misura e molti comportamenti di persone più adulte rinviano ad atteggiamenti, modalità, cliché e stili che sono riconoscibili nel panorama dei comportamenti della categoria ricordata.

A partire dalla fine restano ai miei, ma credo anche ai vostri occhi, degli eventi del tutto incomprensibili. Come mai diffondono una foto. Foto scattata all’interno del Comando Carabinieri. Chi l’ha scattata? Perché l’ha scattata? E, infine, perché l’ha diffusa?

Analizzando la foto, constato che il giovane americano ha le mani ammanettate dietro la schiena. In aggiunta lo bendano. Il quesito è il seguente: aveva bruciore agli occhi? Oppure non volevano che vedesse il ritratto del Presidente della Repubblica? O che altro mai?

Ciò che oggi sappiamo, è che quei gesti sono gesti non praticati dal nostro corpo dei carabinieri. Che io sappia, smentitemi se avete le prove, non c’è criminale che venga bendato per portarlo nella sede del Comando Carabinieri.

Chi ha avuto questa brillante idea? Pensate forse che sia frutto dell’atteggiamento di grande abnegazione di un carabiniere? Non scherziamo. Non c’è alcuna ragione che spieghi questo inverosimile gesto consumato in un Comando dei carabinieri di Roma. Ciò che invece oggi leggiamo è che in ragione di tutto questo, i quotidiani americani rivendicano la necessità di tutelare il proprio connazionale perché lasciato in balia di forze dell’ordine italiane del tutto prive dei dettami più semplici, praticati in vigore nei Paesi occidentali.

Restiamo tutti perplessi e attoniti, primo per il dolore subito dal nostro carabiniere – val la pena entrare nella sequenza criminale per avvertire un urto fisico ed emotivo da far star male chiunque – secondo, per questa vicenda quasi romanzesca di quello che è accaduto all’interno della stanza dei carabinieri e dell’epilogo quasi da giallo vacanziero che permetterà ai due giovani americani forse di uscire dall’iter giudiziario italiano, per approdare a quello statunitense. Non lo so che cosa ora accadrà, ma ditemi voi se non ci sono tutti gli elementi per alimentare sospetti a non finire.

Faccio solo una ipotesi di lavoro, se non fossero stati americani, e magari invece persone di continenti meno fortunati, credete voi che l’immagine in prima pagina di tutti i quotidiani italiani fosse stata targata da una foto di un reo confesso presentata come  vittima, com’è apparsa oggi?

Perché è evidente che l’immagine racconta la condizione disumana di un ragazzo, maltrattato dai carabinieri, e sullo sfondo compaiono pure diversi quadri di rappresentanti delle forze dell’ordine italiano.

Questo commento a caldo avrà sicuramente mille trascuratezze, ciò nonostante, intende illustrare qualche gigantesca stranezza che ci consegna una tra le più dolorose vicende di questo periodo.